giovedì 28 dicembre 2006

Immemori e lontani



i ricordi di Natali felici...



Cercando inperterrita di non smettere di respirare. In preda ad attacchi di ansia, fortemente controllati. Sentirsi inadatta e fuori posto. Disagio. Correre a nascondersi. Non farsi vedere. Non farsi sentire. Un giorno. Due. E poi ritornare. Di nuovo. Rewind. E non essere mai a pieno me stessa. Mai a pieno io. Avere paura. Di non essere divertente. Di non essere simpatica. Di non essere.



Respira. Respira.



Respira. Respira.



Controllati.



Bevi e sorridi.


giovedì 21 dicembre 2006

Vorrei essere nella tua pelle per vedere cosa si prova...





Vento pungente sulla faccia. Freddo. Stringersi un pò di più nelle spalle. Affermare di essere autosufficente. Autonoma. Indipendente. "Autotonoma" scherzando. Bere birra e fissarti negli occhi. E sentirti. Ti vedo e ti sento. E lo so cosa pensi. E aspettare. La tua mossa. Giochiamo a scacchi con la vita. E adesso tocca a te. Per ogni mossa cè una contro mossa. E aspettare. So aspettare. Mi vesto del colore che mi rappresenta di più. E aspetto. E respiro. Pronta a contrattaccare. Pronta a difendermi da te. E un circolo vizioso. E malattia. E ossessione. Lo so. Lo sappiamo. E mi bruciano le mani. E le mie linee stanno scomparendo. Non ho futuro. Non ho un passato. Solo un presente da rendere migliore. Solo un oggi da vivere al massimo. E tu non sei nulla. Un niente bellissimo che mi corrode. Ma non mi ucciderà. No. Non oggi. Non adesso. Ho un presente da godermi. Anche se fa male. Anche se mi uccide...





E la sento...





la tua solitudine...





troppo uguale alla mia...





Venere di Marmo


venerdì 15 dicembre 2006

Come se mi sentissi a mio agio...



Sa di caffè. Quella gocciolina di caffè che rimane nella tazza, a raffreddare, ma che è la parte migliore. Sa di caffè. Caffè e metal. Metallica e caffeina. Sorriso sincero. Pelle bianca e pulita. Profuma. Profuma di pulito. Di stelle. Di lune. E di musica. Fragile. Sa di magliette nere. Dice di essere uno sfigato. Sfortunato in amore. Vuole una compagna che lo ami. Una compagna che lo tenga per mano. Sa di pratiche legali. Di carta. Di fogli. Di musica metal in sottofondo. Di tribunali. E di cravatte che odia. Sa di freschezza. Amante perfetto. Spasmi e fiato. Gemiti e carezze. Mi prende guardandomi negli occhi. Dice che sono splendida. Dice che non devo arrossire. Ha voglia di me. Sempre. Mi tiene per mano mentre urlo. Mi bacia il naso. Mi bacia i capelli. E non mi fa stare male, mai! Non mi umilia, mai! Mi tiene forte quando rischio di cadere. Sento di meno la tristezza che mi porto dentro...



Ma non ho amore per lui...


domenica 10 dicembre 2006

Mi avevi detto che non ci saremmo persi..



E riassaporandovi. Accarezzando i ricordi. Timidi. Circondata da vecchie foto... Riguardandovi. Riguardandoti. Riguardandomi. Telefonate durate ore. Promesse, a volte, non mantenute. Capelli lunghi dietro a cui nascondersi. Sorrisi timidi toccarsi. E scoprirsi cambiati. Stentare a riconoscersi. Stentare ad amarci. Ad amare quello che siamo diventati. Più adulti. Più sicuri. Più cattivi. Meno bambini. Con la vita che ci ha portato su diverse strade. Percorse da soli. Ricordando quando potevamo percorrerle tenendoci per mano. Tenendoci stretti. Identica paura del futuro. E adesso lontani. E adulti. Tristi. E. Impegnati. E unantica nostalgia mi prende...



Ricordandoti...



Ricordandovi...



Ricordandomi...




Cercavo le stelle...



Stretta in un abbraccio che non mi scioglieva. Carezze che mi mancavano. Senza volontà... Senza scelta... Lasciarsi andare sempre... Senza pensare... E stretta in quellabbraccio, cercavo la luna. Cercavo le stelle. Mentre la pelle vibrava. Spasmi mi attraversavano. E dolci sussurri mi cullavano. Dolci domande. "Shhh, non rovinare la sacralità del gesto..." . E stavo bene. Con lui. E stavo male. Con me. Perchè non sento nulla dentro. Solo un grande freddo. Solo un grande vuoto. Spenta.



Non cè rimasto amore dentro di me...


venerdì 8 dicembre 2006

Bisbetica Indomata...



Come cullata da note damascate. Stretta in lana pungente. Attendo. Respiro elio per sentirmi più leggera. E sorridere. Perchè mi va. Perchè sto bene. Perchè lui mi riscalda le mani. E parla. Parla. Parla. E siamo uguali. Io più cinica. Io più cattiva. Io più triste. Ma siamo uguali. E mi cullerò di queste attenzioni. Fino a che non ne sarò satura. Fino a che il vento mi porti di nuovo lontano. In altri cieli. In altri mari. In altri mondi. Su autobus. Treni. Aerei. Navi. O auto, chi può dirlo... E. Voglio. Stare. Bene. Ridere di nulla. Imbarazzarmi. E. Arrossire. Sentirmi infantile. Sentirmi liquefatta. Un tuttuno con la terra.



Shhh...



Non rovinare la sacralità di ogni gesto...


martedì 5 dicembre 2006

Lei ha uno sguardo sempre triste...



E avrei goduto nel vederla morire lentamente al suono di un jingle bells stonato. Vomitando rumorosamente disagio nascosto. Un orologio fermo. Il tempo sembra essersi arrestato. Avrei goduto saziare strane voglie attanagliate alle viscere. Succhiare fino, ad inghiottire.Avrei goduto nel veder esplodere una candela al tritolo. Corpi straziati schiantarsi sulle pareti. Sangue sporcare le mie mani. Sputare in faccia, uno ad uno. Sono un infiltrata in un circolo fascista. Sporcandomi di cioccolato. Lecco le mie labbra, immaginandoti godere. Apro le gambe, immaginandoti venire. Labbra al cioccolato. Scenario addobbato di lucine natalizie. Circondata da Babbi Natale malefici. Incantata su lucine spente. Cammino con movenze feline. Ti stupro il cervello. Ti vedo ipnotizzare dal dondolare dei miei fianchi. Lingua attaccata a ghiaccio secco. Sarò il tuo chiodo fisso. E morirò trascinandoti allinferno...



Non chiamarmi in nessun modo...



non sono classificabile...


sabato 2 dicembre 2006

Stai diventando grande...



Come qualcosa che avevo dimenticato... Mi è tornato in mente così, come se improvvisamente avessi ricordato qualcosa da fare... Lho chiamato.



I ricordi tornano improvvisi, come flash-back neglocchi...



Ci siamo ritrovati. Per un momento. Lieve imbarazzo iniziale. Ferite che risanguinano ma fanno bene. Tu, raccontarmi la tua storia. Io, la mia. In uno sfiorarsi che non cè mai stato. In unabbraccio che non è mai esistito. E. Risentirti. Accanto. A. Me. Come quella notte. Mentre tutti festeggiavano. In una notte di capodanno. Ci siamo toccati. A km e km di distanza...



Si. E proprio vero. Sto diventando grande...


martedì 28 novembre 2006

Grazie



Mille emozioni come acqua hanno trovato sfogo giù dai miei occhi...



E sto piangendo...



Di Felicità



Rido e piango insieme...



Grazie a Lei. 


lunedì 27 novembre 2006

Ce la sto proprio mettendo tutta



per non crollare...



Ancora.



Basta solo che mi tenga un pò più forte...



Solo un pò



E la tempesta mi scuterà... Ancora, sopra un cielo ostile...



Devo solo tenermi un pò più forte...



Devo solo tenere saldamente la presa...



Solo un pò di più...



E uccidere quela tarlo che mi spinge a mollare



E reimparare a piangere...


E proprio vero...



Le lacrime sono emozioni



Forse è per questo che non riesco più a piangere...



Solo il tempo di rivestirsi. E ho già dimenticato tutto. Il tempo di accendere una sigaretta, non lho avuto. Non mi è stato dato. Sperduta nella notte. A disagio. Strano come, appena la mia autostima si risolleva un pochino. Succede qualcosa che mi riporta giù. Ancora una volta. In un circolo vizioso infinito. Come una giostra senza cavalli. E lo vedo. La mia luce stanotte è un pò più fioca. Mi sto spegnendo. Non brillo più come prima. Sono una stella implosa. Forse un buco nero. E nessuno capirebbe. Nessuno. Neanche chi mi dice di conoscermi come le sue tasche. Neanche chi ne è sicuro. Mi guarderebbero come se fossi matta. Come qualcosa che non gli appartiene. Ma direbbero il contrario. Bugie tra le labbra e una spietata verità riflessa neglocchi. Con lo sguardo di chi ha capito tutto. Ma non sa, che non ha capito mai niente. E voglio smettere di crescere almeno per un paio di settimane. Per restare con quelli della mia età senza nascondere pensieri che sicuro farebbe mia madre. Sono come mia madre. Sto diventando come lei. Parlo come lei. Penso come lei. Con la differenza che io ho ancora 21anni...



Chissà come sarà la fine della mia storia...



Chissà dove mi porterà la mia storia...


venerdì 24 novembre 2006

Anche le umiliazioni...



ormai non mi feriscono più...



Ancora con quellodore addosso. E una ferita che porta il tuo nome. Non riesci a scalfirmi. Non ci riesce più nessuno. Sono di roccia calcarea. Imperturbabile. Fredda. Lucida. Ti guardo negli occhi. E sputo parole fredde come la neve. E non mi fai paura. No. La tua umiliazione è più forte della mia. La tua virilità scalfita e umiliata. E mi diverto a guardarti dallalto in basso. Mi diverte il tuo dirmi: "Scusa, non è colpa tua!" Certo che non lo è!!! E metti in dubbio me stessa... Ma non ci casco. Vacillo un pò, ma non mi abbatti. E non riesco a togliermi quel sorriso cinico dalla faccia. Non riesco a togliere quellespressione sprezzante dai miei occhi. E dallalto dei tuoi 28anni non mi fai paura. Mi fai pena. Mi sembri piccolo. Inutile. E. Vigliacco. E improvvisamente ti vedo per quello che sei. Mi appari in tutta la tua banalità. Nudo dietro maschere ben costruite. Spaurito dietro quella tua sicurezza dacciaio. E mi fai pena. Mi umilii. Ma non sento nulla. Dentro. Niente. Solo una terribile tristezza di due corpi fragili e sporchi. Sento la tua solitudine. Troppo uguale alla mia.



Ma continuerò a nascondermi...



dietro il mio cinismo preferito.



Mi tocchi...



ma non riesci a sfiorarmi...



Venere.Di.Marmo


mercoledì 22 novembre 2006

E come quando...



non riesci a toglierti un pensiero fisso dalla testa...



Ancora una volta. E stato bello. E stato magico. Anche se non si parlava daltro. Anche se, in fin dei conti non abbiamo fatto un granchè. Anche se non sempre la presenza di taluni era gradita. Anche se la testa mi scoppiava al pensiero del mio lavoro arrestrato. E stato bello. Ancora una volta.



E afferrare fortemente parole sussurrate di notte...



Alcune taglienti. Alcuni cattive. E non riuscire a dimenticarle, non volerle dimenticare.



Luno lopposto dellaltra...



ma con le mani uguali...


giovedì 9 novembre 2006

Sto diventando un adulta triste...



Che fine hanno fatto i nostri sogni di rock & roll?



Cosa prova un uomo quando sinnamora?  Cosa? Anche lui vorrebbe passare tutto il tempo a sentirla parlare, a guardarla nelle sue piccole sfumature, movimenti, espressioni? Sente anche lui quella terribile mancanza quando lei non cè? Quello strano dolore che dolore non è, proprio lì al centro dellombellico? Cosa prova quando desidera fortemente una donna? E quando non la può avere o non cè. Sente anche lui quel desiderio inspiegabile che gli attanaglia le viscere? Irrefrenabile e terribile, che magari non fosse così accentuto se loggetto del desiderio fosse lì davanti ai suoi occhi. Anche per lui è così? E quando non cè sente anche lui quellinfinito vuoto che se ci urli dentro rimbomba in tutto il corpo? Succede anche a lui? Ti succede, uomo? E quando fai lamore con una donna cosa provi? E sempre piacere o anche a te, a volte, capita di non sentire nulla, che sia solo ginnastica, che non vedi lora che finisca? Ti capita? E che sensazioni provi? E non è deprimente sgattaiolare fuori quando senti di arrivare allorgasmo? E resteresti dopo a guradarla negli occhi, o vuoi solo dormire, o vuoi non vederla più? Succede anche a te? E quando pensi a una donna, la immagini sempre e solo mezza nuda in variate posizioni ed espressioni erotiche? O, magari, anche a te capita di eccitarti solo per una tenerezza, uno sguardo, una risata? Ti capita? Ti succede, uomo? E ti soffermi a osservare attentamente nelle situazioni più comuni per non lasciarti sfuggire nulla delle sue particolarità o ti soffermi solo ad osservarla mentre gode sotto di te? E quando sei da solo, e la tua mano percorre te stesso fino al basso ventre, cosa pensi, come la immagini? Fantastichi su baci, carezze, e mani che si stringono di notte o solo che te la stai sbattendo in strane e buffe posizioni? Cosa provi, uomo? E quando ti tiri indietro, cosa provi? Perchè lo fai? Hai paura anche tu? Cosa provi, uomo? Che cosa?



Chissà se amerà stringermi le mani di notte?



 


martedì 7 novembre 2006

Acid moment mode on



Ok!



Non è nella lista delle cose da fare, ma se per caso, e non voglio affatto che succeda, ma se succedesse che dovessi fare una fine tragica e orribile...



Vi prego...



Non vi azzardate a ricordarmi come una brava ragazza, bella, inteligente, gentile, buona, cordiale, perfetta, ecc... Altrimenti corromperò Caronte per ritornare daglinferi per tormentarvi tutti...



Piuttosto ricordatemi come la puttana stronza e acida che sono...



Almeno è la verità!!!! 



E sopratutto...



Non permettete a Studio Aperto di farmi un servizio strappalacrime di merda!!!!



Detto questo...



Posso tornare a vivere la mia vita del cazzo!!!



Acid moment mode off


sabato 4 novembre 2006

Ballerò sulla mia tomba, quando mi avrete uccisa...



Irrequieta.



Minnamorerò di voi milioni e milioni di volte...



E verrò sfiorarta da milioni di mani. Anime. Parole. E mimpregnerò di tutto questo. La mia pelle avrà milioni di odori e profumi. Mescolatemi col mondo. Ammalgamatemi per bene. Ogni vostro sapore sarà il mio. Ogni vostra essenza. Ruberò un pò di te, e di te, e di te... E rifarò me stessa... Come voi, ma molto meglio...



Affannandomi ad imparare qualcosa che non minteressa sapere...



Cercandoti.



Non laverò più le mani, per non perdere il sapore del tuo tocco...


domenica 29 ottobre 2006

"No, Silvana, tu sei troppo signorile per una semplice scopata e via..."



Serata tranquilla. Gente tranquilla. Conoscenti. Gente che conosco di nome e di fama ma di cui fondamentalmente non so nulla. E loro non sanno nulla di me. Bere. Fino a quando non se ne può più. Ridere. Per nulla. Per parole prive di significato. Accorgersi che non sempre quello che si dice è vero. Ancora una volta. Provarlo sulla pelle. E una frase. Detta così. Per caso. In mezzo a stupidaggini. In mezzo a cose senza senso. Una frase buttata così. Che non sono più riuscita a togliermi dalla testa. Che ho continuato a ripetermi tutto il tempo... Da una persona che non conosco. Che non mi conosce. Che non sa nulla di me. Sputata in piena faccia. Io. A difese abbassate. Dritto in pieno. KO.



"Come fai a parlare così di me, se di me non sai nulla, solo come mi chiamo?"



"Si vede!"


sabato 28 ottobre 2006

I remember painfully



E non sapere più chi sono... Sentirsi bambina e volere la mamma, perfetti sconosciuti che mi conoscono più di me. E chiudere gli occhi e aprire le gambe. Tirare indietro le lacrime... E sentirsi perennemente sola. Anche in mezzo alla folla. Anche dentro un arido abbraccio... Cercando la sua mano di notte... Per non trovarla mai...



Piccoli dolori di unestate felice...


martedì 24 ottobre 2006

Mostrami come cadere in basso, nel fango, senza sporcarmi...



Riesci a toccarmi senza essere qui? Riesci ad ascoltarmi senza che sto parlano? Riesci ad entrarmi dentro senza passare dal corpo?



Un involucro ben vestito. Un visino pulito, leggermente truccato. Tailleur. Schiena eretta. Sguardo timidamente fiero. Padrona delle situazioni. Importante. Dentro niente. Vuoto. Un buco nero che risucchia tutto quello che trova. Sicura di se. Estroversa. Diplomatica. Ipocrita. Cattiva. Un dolce sorriso nasconde canini aguzzi. Dolcezza di cartapesta. E cercare disperatamente di non affondare. Di non affogare. Di non morire. Uccide per non morire. Senza pietà. Senza scrupoli.



Dove sei, bambina impaurita? Dove sei? Timido essere insicuro e fragile. Dove sei? Dove ti sei nascosta? Dove sei finita? Dove è finita la tua timidezza? La tua dolcezza. La tua fragilità. Dove ti sei nascosta niña?



Limportante non è quello che sai fare, ma quello che fai credere di saper fare...


venerdì 20 ottobre 2006

Se mi sfiori con la mente, anche a km di distanza riusciro a sentire il calore del tuo tocco



Indaffarata. Incastrata in un lavoro che non mi interessa. Tempo libero zero. La scuola guida. La macchina. Fatture e bolle. Scontrini e ricevute fiscali. Clienti. Fornitori. Banche e consulenti. E guide. Segnaletica orizzontale. Sorpassi. Incroci. Segnaletica verticale. Schede e quiz.. Lavoro e scuola. E poi. Il tuo ricordo che mi sfiora timido nei momenti più impensati. Che mi abbraccia. E mi riscalda quando mi sento troppo sola. E mi fa sentire freddo quando mi accorgo che non ci sei. E mi fa venire voglia di mollare tutto e venirti a cercare. Solo per abbracciarti. Solo per parlare. E smetterla di vivere in perenne ipocrisia. Smetterla di girare in tailleur. Smetterla di sorridere e ringraziare...



Vi ucciderò sorridendo e ringraziando...



Sei il sorriso più vero che ho mai avuto...


sabato 14 ottobre 2006

Voce di donna asettica e fredda. Guardare la gente che passa. Ore e ore seduta con Jack Folla e quella voce che mi spacca i timpani. E ricominciare a scrivere. Scrivere della gente che mi passa davanti. Scrivere di mal di gola. Di puzza di umidità sul giubbotto. Di scopate che dovevano esserci. E di altre che non dovevano esserci. Di non avere un posto dove dormire stanotte. Dello zaino troppo pesante... Parole a vuoto. In una città sconosciuta. In una città non amata. Non voluta ma vissuta. Aspettando un treno che sembra non arrivare mai. E scrivere... Credendo di non saperlo più fare. Ritrovarsi a buttare giù parole a caso. Vagabonda. Zingara. Bohemienne. Come vuoi chiamarmi? Un cd e un libro nella borsa. Un quaderno e una penna. Uno zaino sulle spalle e via. Ancora una volta. E non riuscire a smettere. Non riuscire a fermarsi. Non riuscire a riposare...



"Perchè ti lamenti se viaggiare non ti serve? Ti perseguiteranno i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.."



ferita nel cuore continuando a



"Vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa dalta magia non ferirsi mai."


mercoledì 4 ottobre 2006

Le tempeste notturne fanno paura se non hai nessuno da abbracciare nel letto



OFF



Provavo piacere nel trovarmi al centro dellattenzione. Milioni di occhi puntati addosso.Diventare qualcunaltro. Farli ridere. Dentro dolorosa solitudine. Sprazzi di orgoglio misto a rabbia. Egoismo. Me. E. Solo. Me. Orgasmici complimenti. Dentro il vuoto. Falsità portata allestremo. E. Non. Riuscire. A. Piangere. Mi vestivo di sorrisi e gentile arrendevolezza. Dentro di rabbia graffiavo. Divertirsi a storpiare una lingua non mia. Orgoglio patriota. Spegnersi. Perdersi. E cercarsi. E poi Lei. Che bacia col corpo. Come fosse lultima volta. Che bacia con le mani. Bella. Racchiusa dentro una coppa di mousse al cioccolato. Cappuccino e cornetto. Vernice e fil di ferro. Morbidi capelli color topo. Bellissimi. Bacia con gli occhi. Bacia con le mani. Come se stesse per morire. Come se non dovesse rivederti mai più. Morbida. Arrabbiata. Un urlo. Lurlo che mi ha riportato dove mi ero nascosta. Lurlo che non mi ha fatto perdere di nuovo. Lurlo di un amica. Vera amica.



E mi porterai in giro dove cè gente come noi


martedì 3 ottobre 2006

Voglio. Essere. Un. Altra. Persona.



E vestirsi di sorrisi. Scendere a compromessi per non litigare. Sopportare. Enspirare. Respirare. Dentro. Fuori. Toccare il vuoto con le mani e averne paura. Familiare paura. E vestirsi di felicità. Di allegria. Ostinarsi a credere di star bene. E continuare a recitare. Sempre.



E respirare. Cercando la notte un abbraccio che non cè. Chiudere gli occhi per non vedere. Tapparsi le orecchie per non sentire. Spegnere linterruttore del cervello. Dellanima. E lasciarsi andare. Nuove anime, corpi già assaggiati. E aprire le gambe e chiudere gli occhi. Immaginando che sia tu. Immaginandoti... Felicità falsa e immatura irrazionalità. Mi è stato dato un lavoro. Composto affetto. Sporadiche carezze. E un membro per sfogare la tensione... Ma nessuno ha capito che avevo solo voglia di un abbraccio. Nessuno ha capito che volevo essere tenuta per mano di notte...



E una chiamata. Dal passato. Rewind. Il cuore in gola e il terrore neglocchi. Errori imperdonabili. Errori che sarei pronta a rifare. Errori che rifarò...



Sospesa fra attimi di nulla assoluto...



Sono tornata.


sabato 10 giugno 2006

0. Tempo scaduto. Fra poche ore si parte... Adesso comincia il conto alla rovescia delle ore... The final countdown. -16 ore. 0giorni, 16 ore. "Prepararsi ad evacuare." Comincio a dare importanza alle piccole cose. "Prepararsi ad evacuare lanima. Fra 16. 15. 14." Lultima sera in questo internet point di merda. Lultima birra qui. Salutare tutti. Renderli partecipi della mia partenza. Anche alle persone a cui dò poca importanza. Tutti. " Prepararsi ad evacuare lanima." Lultimo caffè. Lultima doccia. Lultimo pranzo coi miei. Come se non dovessi tornare più. Come se dovessi morire. Sempre così. Come se fosse lultima volta. Ed essere felice. Perchè qui stasera suonano musica che mi piace... Ed essere brilla. Perchè mi andava. Perchè stasera voglio divertirmi per forza. E voglio essere felice.  Almeno questa volta. " Prepararsi ad evacuare." Lultima notte nel mio letto. Lultima dormita stringendo il mio peluche preferito. "Prepararsi ad evacuare lanima." Lultima colazione. Lultimo saluto. Lultimo viaggio per Palermo. Lultima aria siciliana. "Prepararsi ad evacuare lanima. Fra 16. 15. 14. 13." Un ultimo saluto alle anime disperse che si aggirano fra le mie parole. A chi mi lascia dei commenti.  A chi é uno spettatore silente. A chi mi ha lasciato il numero di telefono. A chi mi manda solo PM. A chi mi vuole bene. A chi mi critica. Un bacio. Lultimo bacio. Qui, sulle note di smock on the water. Suonate dal gruppo che suona in questo locale questa sera. Tornerò. Anche se non sembra. Anche se mi sembra lultima volta. Anche se voglio che sia così... Come se non dovessi tornare più...



ARRIVEDERCI A OTTOBRE


venerdì 9 giugno 2006

Incastrando in una valigia, gli ultimi stralci di me...



Mi sto raccogliendo... In giro per casa. Raccolgo i miei stracci, e li spingo dentro una scatola blu con le ruote. Raccolgo le foto. Raccolgo i miei orecchini. I miei bracciali. Le mie scarpe. Raccolgo me stessa e la chiudo in una scatola blu con le ruote. Chiusa. In posizione fetale. Ginocchia al petto e occhi chiusi. Saluto le nonne. Quei quattro amici che ho. Le ultime spese. Cose di prima necessità. Come se alla fine non avessi bisogno solo di me stessa. Una carezza al mio cane. Un pensiero rivolto a chi non posso salutare. A chi non ho avuto il tempo. A chi non ho voluto per egoismo. A chi mi ha chiesto di telefonarle, e poi non lho fatto. A chi mi ha stretto le mani. E a chi ricordo con un dolce sorriso... E darmi della stupida, perchè tornerò...



Incastrando in una valigia, la parte peggiore di me...




Lasciami leccare via la tristezza che ti pervade...



-1. Manca poco. Troppo poco. E non mi sembra vero... Voglio essere abbracciata. Sono abbracci-dipendente. E sono in crisi di astinenza. Voglio essere stretta, forte, in un abbraccio. In qualunque momento. In qualunque situazione. Sempre. Voglio essere abbracciata. E voglio che indovinino dallodore dei miei capelli, che shampoo uso, e dalla mia pelle, il bagnoschiuma. Voglio essere perennemente coccolata. Voglio che qualcuno si preoccupi di me. E che mi chiami in piena notte, solo per chiedermi se sto dormendo... Voglio entrare con forza nei pensieri di qualcuno. E smetterla di scrivere che VOGLIO. E giugno. E fa ancora freddo la sera. Lumidità mi entra nelle ossa, e si appiccica sui capelli. Quella stessa umidità che mi riporta ricordi tristi... La stessa umidità che caratterizza la mia terra. Sono stanca. Ho mal di pancia. Sparerò una ad una le farfalle che mi svolazzano dentro quando il tuo ricordo mi sfiora. Smetterò di sentirmi stupida ripensando a quei momenti. Smetterò di vergognarmi di me stessa.



Smetterò di sentirmi stupida. Prima o poi.



Mi manca il tuo sbirciarmi di nascosto con la coda dellocchio per evitare che mi perda.



Mi mancano quei piccoli dettagli che mi facevano sentire importante...


giovedì 8 giugno 2006

Voglio diventare il chiodo fisso di qualcuno...


-2. Stanca. Con gambe e braccia indolensite. Le mie mani puzzano di aceto. Di pesce. Di frutta. Di torte. Ma sopratutto di aceto. E per un paio di giorni lì a strofinare... Ma continueranno a puzzare. Mi chiedo se smetteranno. Mi chiedo se sanno ancora accarezzare. Se sanno ancora scrivere. Comincia a svanire la morbosa voglia di scrivere. Si vede che sto per partire... Per tre mesi non toccherò una penna. Terrò tutto dentro come in una cassaforte blindata. Per spurgare tutto al mio ritorno. "La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club". "La seconda regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club". Non ricordo bene quando io ci sia entrata. Ma so perfettamente quando ne uscirò. Tutti sanno esattamente quando ne usciranno. Ho il volto contuso e le mani piene di cicatrici. Mi fanno male le nocche a forza di pugni. Adesso le sto prendendo. Adesso le sto dando. Mi hai dato un pugno su per lo stomaco che me lo ricorderò per tutta la vita. E stato il più bel pugno che mi sia mai arrivato. Lunico pugno che ho amato ricevere...


Voglio essere amata senza poter ricambiare...


Con le valigie ancora disfatte...


martedì 6 giugno 2006

Fammi assaggiare ancora un pezzo di vita. Le tue labbra. Fammele assaggiare ancora...


-4. Ospedali. Operazioni. Puzza di disinfettanti. Di malattie. Di speranze. Di dolore. Di preghiere vane di fronte a statue sacre. Gente seduta ad aspettare. Gente seduta a sperare. Vecchi malandati che guardano il tempo passare. Come se il loro tempo non dovesse mai scadere. Come se non fossero ad un passo dalla tomba... E poi... Corse su un motorino smarmittato per le vie di Palermo. il vento in faccia. Quella sensazione di vita infinita. Di movimento. Di gioventù. Un pò come volare. Sensazioni che ti lasciano addosso sapori già assaggiati. Conosciuti. Vissuti. Che comunque finiranno. Che comunque il veloce moto terrestre cancellerà. Mia vita... Autobus. Sono fermamente convinta che ci passerò la vita sui pullman. Viaggiare. Moto continuo. Nuovi panorami. Le auto che ti sfrecciano veloci accanto e contare gli automobilisti che si scaccolano. Che guidano scazzati e tranquilli. Che seguono rassegnati la loro esistenza. E la gente che ti siede accanto. Tutti curiosi. Sempre lì a sbirciare sulla mia agenda. A frugare voraci tra le mie parole. A sconsacrarle. Come se gli appartenessero. Come se volessero rubarle. Ma sono solo parole... Adoro questa vita da zingara... Che ci posso fare? Sono una zingara. Sono una ragazza che viaggia da sola. Acconpagnata dalla mia musica, dai miei libri, e dalle mie parole tremolanti sputate su fogli rigati di rosa. E amo tutto questo... Forse un giorno smetterò di averne paura...


lunedì 5 giugno 2006

Ti terrò per mano in una piazza gremita...


-5. Ho deciso di far crescere selvaggiamente i miei capelli. Non li taglierò più. Li lascerò liberi di decidere se crescere oppure no, di rovinarsi se lo vogliono, se e quando stancarsi e cadere... Ho deciso di snobbare le parrucchierie. Covo di conversazioni futili che riguardano per la maggior parte di pettegolezzi. Ho deciso di essere frivola. Voglio parlare di sciocchezze, e ridere senza motivo. Voglio conversazioni frivole e leggere. Sarò un oca giuliva. Divertente. E la gente riderà. E tutti mi ameranno. Partirò. E smettero di scrivere, di leggere, di pensare. Sarò unautoma. E farò solo quello che mi chiederanno. Sarò una gheisha. Docile e servile. Partirò e muterò per tornare più me stessa che mai. Con una valigia piena di sbagli e un astuccio pieno di pregi. Mi spoglierò della mia verità. E sarò meschina e bugiarda. Cattiva. E sarò forte come una montagna. Mi confonderò tra sorrisi e illusioni. E non mi vedrai. Nessuno mi vedrà. Neanche io. Riflessa in uno specchio non mi vedrò. Tornerò sporca. Sbagliata. E mi ripulirai. Mi restituirai la mia verità. E piangerò di notte, vomitando fuori tutto il sudicio. Tutto lo sporco. Sputerò dagli occhi il cancro che mi avvelena. E sarò bella. Di nuovo. E la gente mi odierà. E. Potrò. Tenerti. Per. Mano. In. Una. Piazza. Gremita.


"Ho perso la verginità, e lo ritrovata due anni dopo" Non ricordo dove ho letto questa frase. Ho letto otto libri in otto giorni. Proprio non ricordo. O forse lho sognata. Non lo so. Io ho perso la mia verginità, ma non lho più ritrovata. Se qualcuno la vede, vi prego di contattarmi. Grazie.  Anche se forse, credo di sapere dove è finita.  Perdonatemi. Perdonami.


domenica 4 giugno 2006

Ho voglia di emozioni sporche, lacrime vive, gioia pura.


E non riuscire a smettere di essere così agitata. Così nervosa. Ho voglia di qualcosa di sudicio. Di talmente vero da essere sporco. Ho voglia di emozioni, emozioni che nascono sporche di sangue e di placenta. Di verità. Pura e crudele. Urla di voci bianche. E smetterla di pensare. Di pensarci. Smettere di voler essere abbracciata di notte. Non voglio desiderare carezze di madreperla. E piangere di lacrime vive, come se il sole non dovesse risorgere più. Come se domani non dovesse più arrivare. Cullarmi su una melodia semplice, tranquilla. Felicità di sabbia. Restarmene sul ciglio di una scogliera ad ascoltare il vento. E sentirlo picchiare sul volto. Brividi di freddo. Mani che forse non si toccheranno mai più. Credo di essere cambiata. Ancora. Come le stagioni. Credo di essermi accorta che sto crescendo. Credo di essermi accorta che niente mi basta mai. E voglio di più. Sempre. Non mi accontento. Non mi so accontentare. Sempre alla ricerca di qualcosa che non so cosè. Che forse non esiste. Che sono malata. E che qualcuno è riuscito a smuovere una parte che sentivo persa per sempre. Che avevo congelato. Che credevo morta. Credevo di essere morta. Credevo di non aver più bisogno di certe emozioni. Credevo di esserne immune...


Con le valigie ancora disfatte. E il cuore nuovo.


 


Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire


Alla ricerca di un segno. Qualcosa che mi fermi...


-6. Me ne sono accorta stamattina. Appena sveglia. Dopo aver fatto uno strano sogno. Mancano sei giorni alla mia partenza. E ho paura. Ho paura perchè non voglio partire. Cioè voglio partire, ma non ora. Credo di aver ancora delle cose da fare. Cose in sospeso. Che probabilmente non risolverò mai... E ho paura perchè so che tornerò ancora più diversa, più cambiata, più cresciuta. E mai come adesso sto odiando crescere. E mi farà bene, spegnere quella vocina che mi urla nella testa. Sarò impegnata 19 ore al giorno e non avrò tempo per pensare. Le ore restanti le userò per dormire. E non avrò tempo di ascoltare quella maledetta vocina... Ma non mi mollerà... Neanche un secondo. Resterà là a urlare senza che io possa sentirla. Perchè avrò altro da fare. Altro a cui pensare. Superficialità. E metterò da parte la mia perenne tristezza, mi vestirò di sorrisi e felicità. Di banalità. Di superficialità. E non sarò diversa. Sarò uguale aglaltri. Sarò come la massa. Sarò la massa. E soffrirò di meno. Forse. Con gli incubi che torneranno a spaventarmi di notte. Una spessa e dura scorza a proteggermi. E lacrime bloccate con grande maestria. Falsa. E. Ipocrita. Mi odio per questo.


venerdì 2 giugno 2006

Ho voglia del tuo respiro mentre dormi...


Sovrapensiero. Disillusa. Triste. Abbracciandomi stretta le cose che amo. Tenendomi forte alle cose che vivo. Circondata delle mie parole preferite. Del coraggio di Anna Karenina. Dello squallore e splendido sudiciume di Italia. Il tenero amarsi di Rocco e Antonia. Il lungo aspettare di Rosie di Scrivimi ancora. Il bambino mai nato della Fallaci. Di Bukowski che amo, e non solo come scrittore. Di Palahniuk che sto imparando ad amare. Del Piccolo Principe e del suo fiore viziato. Di Veronika che decide di morire e poi non lo fa. Di Pilar che piange sulle sponde del fiume Piedra, che lho letta in un pomeriggio. Di Giulia che non chiede permesso, e si taglia le vene. Delle puttane tristi. E di Quasimodo che ama, e soffre. Di Ai che scappa di casa e diventa una pornostar. Del vecchio Alex che vive nella sua musica e poi incontra Aidi. Di DiFo e Natura che stanno sotto la neve per potersi parlare. Di quella ragazza con quel grosso sacchetto di arance. Di Jean-Baptiste Grenouille che domina gli odori. Dell oscura Ortensia e delleffervescente Anemone, sorelle troppo diverse e insieme troppo uguali... E non entrano tutti nelle mie braccia. Alcuni scappano via, cadendomi per strada. Parole. Frasi. Libri. Pezzi di carta che mi appartengono. Che fanno parte di me. Abbracciandomi stretta le cose che amo. Chiudo gli occhi e non ci sei più. Cè unaltra storia. Unaltra vita. Unaltro libro. Che per un breve momento mi strapperà via ai miei pensieri, ai miei ricordi. Che mi farà essere qualcunaltro, in unaltro posto, in unaltra vita... 


mercoledì 31 maggio 2006

Avvolta da uno spesso strato di tristezza...


Odio il natale. Lho sempre odiato. Non ci hanno mai neanche azzeccato i regali. Sempre a regalarmi cose stupide e inutili che puntualmente ho odiato. Solo una volta, forse, mi resero felice. Avevo circa otto anni. Al solito la mattina di natale, io e mia sorella andammo verso quel maestoso e luccicante albero, maniacamente addobbato, tradizione (o punizione) che mia madre si ostina a compiere tutti gli anni. Cera per me un grossa scatola, che poi mica era tanto grande, ma per la miseria di quei tempi, era davvero grande. Con la mia solita espressione scazzata cominciai a togliere con cura la carta, anche perchè come sempre, sarebbe stata lunica cosa che mi sarebbe davvero piaciuta. Dentro cera una macchina da scrivere. Una di quelle per bambini. Tutta blu. Con dei fogli A4. Mi chiesi cosa avrei dovuto farci. Ma era tanto lentusiasmo dei miei che con un sorriso li abbracciai ringraziando. Non la guardai più per una settimana circa. In compenso conservai tutta la carta dei pacchetti dopo averla piegata con cura. Poi dopo qualche giorno la vidi. La sulla mensola. E allora la presi e cominciai a battere su quei tasti. Niente di importante. Solo lettere a casaccio. Usavo anche dei fogli di quaderni per non sprecare la carta. Mi ricordo che mi stancavo sempre le dita. Mi ricordo che me ne prendevo cura. Mi ricordo che stavo ore a battere su quei tasti. A scrivere cose senza nessun senso. Poi la trovò mia sorella. Aveva circa tre anni allora. Cominciò a picchiare con forza sui tasti, a togliere via il nastro, sprecò tutti i fogli bianchi, la ruppe. Rovinò tutto. Non so che fine abbia fatto. I miei diedero la colpa a me. Come sempre. Dovevo averne più cura, secondo loro. Adesso odio le macchine da scrivere. Vorrei distruggere anche questa maledetta tastiera...


lunedì 29 maggio 2006

Timidezza. Ricoperta di imbarazzo. Non aver niente da dire, perchè le cose da dire sarebbero troppe. Confusione. Insicurezza cronica. Sentirmi piccola. Impotente. Stupida. E odiare il mio sentirmi così. Odiare il tuo farmi crollare tutte le mie difese. Le mie maschere. E non riuscire a fingere. Occhi bassi. Lacrime che scorrono via come rugiada. E non riuscire a fermarle. Non riuscire a smettere. Non riuscire a essere forte. Ricordi? Hai detto che ero dolce. Che ho bisogno di certezze. E ho avuto paura, perchè nessuno mi aveva mai parlato così. Nessuno si era mai permesso di toccarmi tanto in fondo. Ricordi? Io non sono dolce, io sono una dura! Dura. Devo essere dura. Forte. Io sono forte. Ma perchè sto piangendo? Comè difficile vivere momenti di cui non conoscevi lesistenza. Comè superficiale tutto il mondo in cui vivo. Credevo che certe cose succedessero solo nei film. Credevo che fossero tutti uguali. Insensibili. Irrimediabilmente bastardi. Bastardi che non sanno raccontare favole. Mi sbagliavo. Potrei innamorarmi di una persona così...


domenica 28 maggio 2006

Ed eccomi di nuovo qui. Con la mia perenne solitudine. Con la mia infinita tristezza. Con la mia stanchezza. Ricordi che si affacciano timidi. Ricordi che mi attraversano prepotenti. Flashback. Vederti. Da lontano nella mia testa. E ridere da sola. Quando i ricordi tornano a farmi il solletico. Momenti insignificanti che tornano a stupirmi. Ricordi fragili che si sovrappongono. Che mi riscaldano. Che sciolgono un pò di quel freddo che mi porto dentro. E respirare. Sempre più forte. Come se laria non bastasse. E tutto intorno continua a girare inutilmente. E non riuscire a dormire. Restando senza fiato. Con gli occhi chiusi e le mani giunte come in una sacra preghiera, e un lieve sorriso sulle labbra. Momenti di rara felicità. Di tranquillità. Continuando a respirare. Sempre più forte. Come se laria non bastasse mai...


E tenersi per mano. Di notte. Stretti in quel letto. E parlare. Di noi. Di quello che siamo stati. Di quello che ci portiamo dentro. Di quei mostri che tornano a spaventarci di notte. Baci che sanno di miele candito. Il volto incastrato nella tua pelle. Sentirne lodore. Lodore di quello che sei. Mani che si intrecciano. Hai detto che ho delle belle mani. Mani che si incastrano fra i tuoi capelli. Dormire stretti. Abbracciati. Il tuo rispetto per la mia anima. Per il mio corpo. Sensazioni mai vissute. Merda che si stacca dalle pareti del cuore e viene via sottoforma di lacrime. Sussurrandoti le mie storie. Piano. Lentamente. Per non farmi troppo male. Il tuo tenermi per mano. Con le mani uguali. E stringermi forte. E sentire che non siamo poi così lontani...


domenica 21 maggio 2006

E sono li... Ma non le vedi... Non le vede nessuno... Neanche io. Ma sono li. E rigano le guance. Ma non le bagnano. Sporcano il mio sorriso, ma non le vedi. E inutile. Sto piangendo. Ma tu non riesci a vedere... Nessuno riesce a vedere... Neanche io.


Aveva belle mani. Parlava con le mani. Sorrideva con le mani. Piangeva con le mani. Le dicevano che erano le mani di una musicista. Le mani di unartista. Piccole. Bianche. Curate. Morbide. Liscie. Erano mani bellissime. Aveva le unghie lunghe. Non era particolarmente bella. Ma aveva belle mani. A volte presa dalla rabbia, strappava via le unghie con i denti. Mangiava pezzi del suo corpo. Ma restavano comunque belle. Uniche. E sorrideva con le mani. Piangeva con le mani. Parlava con le mani. Ed era unincanto a guardarsi... Era bello ascoltare le sue mani parlare, sorridere, piangere. Vivere. Poi iniziò a lavorare. Lavori casuali. Quello che riusciva a trovare per arrivare a fine mese. Lavori duri. Lavori con le mani. Adesso le sue mani non parlano più. Non sorridono. Non piangono. Sono mani che lavorano. Che si rovinano. Spesso sporche. Mani di vecchia. Tristi. Giallastre. Dure. Ma sempre piccole. Piccole mani grassocce e stanche. Mani stanche contornate da unghie nere. Mani stanche contornate da unghie viola. Le mie mani...


sabato 20 maggio 2006

Ci sono voluti 21 anni per capire... In una qualsiasi società, che sia un grande centro, o una cerchia ristretta di amici, che tu lo voglia o no, o sei come loro, o sei solo. Io ho deciso di essere sola. E ne pago ancora le conseguenze...


giovedì 18 maggio 2006

Era da tanto che non la prendevo tra le braccia. Era da troppo. E cresciuta. Non me ne sono accorta. Lho sollevata ed ho sentito il suo seno contro il mio seno. Un seno piccolo e acerbo. Sta crescendo. Sta diventando donna. Sta smettendo di essere bambina. No. Non smettere. Non smettere. Ti prego. Non crescere. Rimani così. Non mi ero accorta che ormai è quasi adolescente. La mia bambina... La mia piccolina... Sta crescendo. E continuo a ripeterlo senza crederci. Sapeva di pannolini. Di ospedali. Di medicine. Adesso sa di crisalide. Sa di adolescente. Sa di acne, e di vestiti alla moda. Sa di penne colorate e di diari nascosti. Sa di cotte segrete. Sa di riccioli adolescenti. Il mio bruco sta trasformandosi in farfalla. Il brutto anatroccolo sta per diventare bellissimo cigno. La bambola rotta... Sta crescendo più di me...


martedì 16 maggio 2006

Ha i polsi ricoperti di bracciali, lacci, cuoio. Sa di cuoio. Le dita anellate vistose. E al collo una croce con un rosario. Sa di cuoio. Porta giacche di pelle. Jeans sdruciti. Da sempre. Da prima che fossero di moda. E sa di cuoio. E mio fratello. Sono sua sorella. Ha la pelle diafana, pulita, estremamente bianca. Sa di puro. Purezza e cuoio. Sa di caramella alla liquirizia. Dice che io sono lui, femmina. E lui è me, maschio. Siamo anime gemelle. Viene preso da attacchi incontenibilmente ossessivi della scrivere. E uno scrittore. E un poeta. Sa di poesia non ancora scritta. Ricercatore di piccole cose. Vede le sfumature. Innamorato dellamore. Ricercatore della bellezza. Migliore amico immaginario se non esistesse. Coscienza. Voce interiore. Lo ferisco perchè ferisco me stessa. Lo critico perchè critico me stessa.  Non riesce a esprimersi a pieno nello scrivere. Non riesce a scrivere quello che realmente gli passa per la testa. Non riesco a scrivere realmente quello che mi passa per la testa. La mia parte sensibile. Il mio lato più dolce. Io, il suo lato amaro. Lui è me, e io sono lui. Anime gemelle. Siamo anime gemelle. Non posso amarlo, perchè non riesco ad amarmi.


 


domenica 14 maggio 2006

Lui crea larte con le mani. Crea arte con la voce. La faccia buffa, e i capelli in una acconciatura incomprensibile. Ha tutti i capelli schizzati. Non è molto alto. Anzi non lo è per niente, però ha un viso carino. Crea larte con le mani. Crea larte con la voce. Lo vedo nei momenti più inaspettati. Ci conosciamo ma non ci salutiamo. Non conosciamo i nostri nomi. Ma crea arte con le mani. Crea arte con la voce. Si circonda di stupide bambole vestite di rosa. Lho visto e mi è venuta una voglia pazza di prenderlo per il collo e urlargli contro: " Cazzo, tu crei larte con le mani, con la voce. Come puoi circondarti da queste mediocrità?", e prenderlo a calci e pugni. Graffiare quelle mani. Tagliare quella gola. Distruggere i mezzi della sua arte. Ma sono rimasta a guardare. Mi è passato davanti e se nè andato. E mi ha lasciato lì, con in mano una cicca catramosa, nellaltra una birra quasi finita, e il cuore in pezzi...


sabato 13 maggio 2006

Perchè? Perchè sono nata con questa testa? Perchè sono nata con questa mentalità? Perchè sono nata in questa città che non capisce? Che non comprende. Che non ascolta. La gente non mi ascolta. Senza arte nè parte. Senza talenti. Senza ispirazioni. Non so fare nulla. Niente che mi permetta di avere qualcosa di mio. Che mi salvi. Che mi innalzi. E non ditemi che so scrivere. Perchè IO NON SO SCRIVERE. Non ci vuole molto a mettere una parola dietro laltra. Non ci vuole molto a formare frasi. No. Le parole non hanno colori, non hanno suoni che vibrano nellaria. Sono sporcizia. Strisce dinchiostro su carta bianca, pura, vuota. Non sono niente. Non ci vuole niente a sporcare pagine dinchiostro. No. NON SONO UNA SCRITTRICE. Se lo fossi non sarei qui a crogiolarmi inutilmente. Avrei pubblicato qualcosa. Avrei finito tutte quelle storie inconcluse. Avrei il nome su una copertina. E la gente mi amerebbe. NON SONO NIENTE. Larte mi circonda ma non la so creare. Il mondo mi circonda ma non riesco a farne parte. Vivo con linsaziabile voglia di concludere qualcosa che non ho mai iniziato. Forse dovrei arrendermi. Reprimere tutto. Adeguarmi a una vita che mi sta stretta. Trovarmi un lavoro insoddisfacente e mal pagato, un ragazzo scialbo e prepotente che mi picchia quando tento di ragionare e con lunico divertimento, uscire il fine settimana per andare al solito pub, ad alcolizzarmi e parlare di superficialità con sottofondo musica scadente. Con lunico futuro possibile di moglie insoddisfatta e infelice, e madre severa e stressata. Ma come si può vivere così? Come? Insegnatemelo. Perchè io non ci riesco. Uccidetemi dentro. Non si può vivere così! Devo andarmene da qua. Devo!


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venerdì 12 maggio 2006

Il problema non è mantenere la mia promessa. No. Quello non è un problema. Il problema non è il viaggio. Ho con me i miei libri e la mia musica. Il problema non sei tu. Vederti sarebbe bellissimo. Il problema non sono i soldi, li trovo. Il problema non è la lontananza da casa. Non sento mai la mancanza di casa, andarmene da qua è quello che voglio.  Il problema è partire...  con la paura di non voler più tornare.  


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martedì 9 maggio 2006

Ho semplicemente desiderato che il tuo ricordo mi sfiorasse. E lho abbracciato. Perchè mi mancavi. Perchè ti pensavo. Perchè volevo assolutamente vederti. Parlarti. E restare a ridere senza motivo. Senza un perchè. Volevo camminare. Con te. E parlare di nulla. Volevo riassaporare la tua timidezza. La tua tenerezza. Tenendoci per mano. Guardare con fiducia al futuro. E non aver più paura. Volevo rivivere quel momento. Volevo setire lodore del tuo ricordo. Assaporarne ogni sfumatura. Leccare gli angoli smossati. E tornare indietro solo un momento. Uno. Per poter toccarti ancora una volta. Per convincermi che sei reale. Che non ho sognato. Che tu esisti.


E poi tornare al presente. Tornare alla mia vita. Tornare alle mie paure. E riempirle con le carezze della tua amicizia. Con la tua timidezza che rende timida anche me. Col tuo essere in imbarazzo che imbarazza anche me. Con la tua scarsa autostima che distrugge anche la mia. Perchè tu riesci a essere mille volte migliore di me. Nella tua semplicità. Nel tuo silenzio. Nella tua immensità. Promesse.





domenica 7 maggio 2006

Cercandomi. Nelle parole, nelle espressioni, nei graffi della pelle. E non trovandomi. Dove sono finita? Ogni tanto mi perdo. Ogni tanto mi nascondo. Ogni tanto non mi trovo... La me stessa più fragile fugge sempre via, va a nascondersi sotto il letto, in posizione fetale e le mani sulle orecchie, gli occhi chiusi. Stretti. E non vuole vedere. Non vuole sentire. Non gli importa. Non più. Ma oggi non cè. Non la trovo. Non mi trovo. Dove sei? Dove sono? Forse se nè andata. Forse si è dissolta. Mi sono sbiadita strada facendo. Mi sono strappata. E mi cerco. Nelle parole, nelle tue parole, nelle mie parole. Nelle espressioni più comuni. Nei doppi sensi. Nelle contraddizioni. Ma non ci sono. Non ci sono mai stata. 


sabato 6 maggio 2006

Niente. Fatta di niente. Fra le mie mani niente. Niente sogni. Niente possibilità. Niente di concreto su cui appoggiarmi. Solo con la misera speranza di una lavoro che mi porterà via da qui unaltra estate. Solo la speranza di vedere persone lontane. La speranza che forse qualcosa cambi. Dentro di me. O della mia vita. Non so. Il triste ricordo di gente scomparsa, di gente perduta, di gente lontana. Di vita vissuta inutilmente, e mai a pieno. Qualcosa di astratto. Qualcosa di impercettibile. Niente. Tutto è niente. Non sto costruendo niente. Non sto progettando niente. Niente. Vivo passivamente. Passivamente attiva. Felicemente triste. In una vita fatta di niente. Abbracciando disperatamente quelle quattro certezze. Certezze che poi sanno di niente.


Stupida bambina


Nessun cavaliere su un cavallo bianco dalle espressioni forbite e larmatura lucente. I cavalli sono passati di moda, e le armature non luccicano più. I sorrisi costano troppo. e lamore non esiste. Tutto è niente. Mi accorgo solo adesso che la mia corazza sta sciogliendosi via. Ho alzato troppo le barriere. adesso mi ritrovo chiusa in solitudine dentro le mure che ho costruito con troppa fatica. Come al solito. Non è servito a niente. Continuando ad aggrapparmi a niente. Continuando a respingere tutto per ritrovarmi con niente.


giovedì 4 maggio 2006

E te ne sei andato. Finalmente. Dopo due settimane. Hai smesso di startene la sdraiato, su quel letto, con tutte quelle macchine. Ad attirare lo sguardo dei curiosi. Di ascoltarli ridere dal corridoio. E adesso ti diverti da lassù a vederli tutti affranti dal dolore. Occhi rossi e gonfi di lacrime. Mani tremanti. E teatrali singhiozzi. Che attori. E tu. Lì. A spaventare chi ti guarda. Dallarea apparentemente tranquilla. Dallaria stufa e annoiata. Ne hai ancora per poco, nonno. Tra poche ore, potrai tranquillamente imputridire nella tua bara. Riposare tranquillo. E fottertene di tutti noi.


Comè fredda la tua fronte sotto le mie


labbra rosse di fragole e sangue


martedì 2 maggio 2006

E riavvolgermi del ricordo di te. Di voi. Di chi ha avuto rispetto della mia anima, di chi no. Di chi ha voluto abbracciarmi, di chi è bastato solo lo sguardo. Di chi mi è entrato dentro senza passare dal mio corpo. Di chi, invece, lo ha preteso. Di chi ha avuto rispetto del mio immaturo imbarazzo. E di chi non gliene è importato niente. Di chi mi ha visto piangere. Di chi non ha voluto vedere. Di chi mi ha lasciato andare. Di chi si è aggrappato alle miei ali. Di chi mi ha perso. Di chi mi ha trovata. Di chi ha preso solo la scorza e buttato via il resto.  Di chi mi ha graffiato la pelle. Di chi ho graffiato la pelle. Di chi è riuscito a sfiorarmi lanima. Di chi voleva sposarmi. Di chi mi ha costretta in ginocchio. Di chi mi ha capita, di chi ci ha provato, di chi non capirà mai. Di chi ha preteso tutto. Di chi non ha preteso nulla. Di chi mi aspetta, e di chi mi aspetterà per sempre.  Di chi mi ha strappato una promessa. E riassaporare il ricordo delle persone che ho amato. Che amo. Perchè ognuna di loro è speciale. E diversa. Perchè ognuna di loro è riuscita ad entrarmi dentro, in modi diversi. Ognuna di loro mi ha insegnato cose diverse, giuste o sbagliate. Buone o cattive. E ritrovarti nel mio ricordo... Ricordi che profumano di passato. Ricordi che sanno di te.


E manterrò la mia promessa. Perchè si. Perchè voglio farlo. Perchè adesso è una nuova sfida. Perchè devo raccontarti la mia vita. Tutta tutta. Ricordi? Perchè devi farlo anche tu. Perchè siamo cambiati. Tanto. E io sto ancora cambiando. Ho troppa paura. Chiusa nella mia crisalide. Aspetto di diventare farfalla. Spero che il mio cambiare non mi allontani troppo dal tuo cambiare. Non voglio perdere anche te.



nuna

domenica 30 aprile 2006

E come riuscire a fermarlo. Come? Voglio lavarmi via la pelle di dosso. Voglio cambiarla. Voglio essere senza pelle. Poter essere qualcunaltro. Poter essere me stessa. Sarà stato lalcool... Sarà che ancora non ho smaltito. Sarà che ho la testa pesante, e che avrei preferito di gran lunga non bere quei sei o sette bicchieri di troppo. Non capisco se è la sbornia o i troppi pensieri. Non lo so. Non lo voglio sapere. Voglio tornare vergine. 



venerdì 28 aprile 2006

Straziente... Otto giorni sul quel maledetto letto. Otto. Guardandolo, è irriconoscibile. Gonfio. Flaccido. Ma chi sei? Dovè mio nonno? Si è forse svegliato? E andato via? Mollando tutti questi coglioni che fanno finta di essere affranti dal dolore. Magari adesso è giù al porto a lavorare su quella barchetta come faceva sempre. Con una MS fra le labbra. e quel sorriso sornione che aveva sempre. Lodore di pesce, mare e tabacco. Già! Se ne sarà andato. Perchè quello non era lui. Con quellespressione indecifrabile. Con la lingua tirata fuori a forza, per evitare che la inghiotta. Si sta prendendo gioco di noi. Ci fa le pernacchie... E tutte quelle flebo, tubi, siringhe, infilzate un pò dappertutto. Alcune con qualche goccia di sangue dentro. Il suo sangue. Il mio sangue. Il sangue di mio padre. Il sangue di tre generazioni con gli stessi occhi. Con lo stesso proverbiale menefreghismo. Stessa allegria. Stesso umorismo. Ma tanto lo so.. Ormai è questione di giorni, ore, minuti.


Tre perdite in due anni.


Troppe.


Ciao nonno, dovunque tu vada, salutami il nonno, e lo zio.


Ti volevo bene, anche se non te lho mai detto.


giovedì 27 aprile 2006

Perchè dici che sono strana? Credo di essere la persona più normale del mondo...


Ho visto lalba. Ho guidato ubriaca. Ho guidato senza casco. Ho distrutto amicizie. Ho salvato unuccellino. Ho fatto lamore di notte in riva al mare al chiaro di luna. Ho fumato spinelli. Ho bevuto tanto da non riuscire più a smettere di vomitare. Ho riso quando non cera nulla da ridere. Ho pianto di nascosto. Ho fatto lautostop. Ho fatto lamore col ragazzo di una mia amica. Ho detto basta quando non ce lho fatta più. Ho viaggiato. Sono caduta e mi sono rialzata. Ho dato una mano a rialzarsi a chi non ci riusciva. Ho fatto il bagni nuda nel mare. Ho detto ti amo. Ho detto ti odio.Mi sono arrampicata su unalbero. Ho abbracciato unalbero. Ho dormito sotto le stelle. Mi sono bruciata col fuoco. Ho cambiato pannolini. Ho fatto uno spogliarello.Ho invitato uno sconosciuto. Mi sono finta malata senza esserlo. Ho fatto sesso orale. Ho fatto battaglie di palle di neve. Ho fatto castelli di sabbia. Ho fatto il bagno nella neve. Mi sono fotocopiata mani, faccia, culo in ufficio. Ho gridato solo perchè avevo voglia di farlo. Ho fatto doccie gelate. Sono stata invitata da uno sconosciuto. Sono stata con uno sconosciuto. Ho rubato. Ho bestemmiato. Ho offerto da mangiare a mendicanti. Sono rimasta a piedi col motorino. Ho realizzato una fantasia erotica. Sono stata ammanettata. Sono stata picchiata. Ho picchiato. Ho munto una mucca. Ho cavalcato. Ho vendemmiato. Ho raccolto le olive. Ho ballato su un palcoscenico. Ho ballato per strada. Ho riso in faccia agli stupidi. Ho sputato in faccia a chi se lo meritava. Sono stata a letto per un giorno intero solo per il gusto di farlo. Ho fatto lamore senza volerlo. Ho fatto cose di cui pentirmi, senza pentirmene. Ho fatto i biscotti. Ho avuto i brividi sfiorando la pelle di unaltra persona. Mi sono tagliata la pelle solo per vedere cosa si prova. Ho fatto lamore con qualcuno che amavo. Ho pianto mentre facevo lamore. Ho deluso. Ho confortato. Ho abbracciato. Ho lasciato andare. Sono stata coinvolta in una rissa. Sono stata bendata. Ho fatto innamorare senza poter ricambiare. Sono stata licenziata. Ho fatto cambiare idea a qualcuno. Ho cambiato idea. Ho chiesto scusa. Ho bigiato a scuola. Ho rigato una macchina. Ho ruttato insieme ad altre persone. Ho pisciato allaperto. Ho fatto sesso al primo appuntamento. Ho baciato una donna. Sono stata investita.


Sono come te, come gli altri, con la differenza che io sono viva...