martedì 27 febbraio 2007

Vedo solo ipocrisia...



intorno a me...



Troppo perfetti per un mondo poco docile... Troppo luminosi per un mondo troppo distratto... Camminiamo ascoltando il vento. I nostri passi su freddo asfalto... Inseguiamo sogni che poi lasciamo andare. Chiudiamo cassetti che dovrebbero essere aperti. Piangiamo nascondendoci...



Troppa ipocrisia



Ci abbracciamo senza sentire nulla dallaltra parte... Ci consoliamo e poi ci feriamo...



Stiamo solo facendoci male



Vaghiamo di notte cantando a squarciagola. Ci riuniamo in gruppo e ci scrutiamo. Ci amiamo. Ci rifiutiamo. In fondo ci facciamo solo paura... Tenendoci per mano ci facciamo forza. E poi... Ognuno per la sua strada. Stiamo soli insieme. Insieme da soli.



E sento



Troppa ipocrisia



Vestiti di nero. Vestiti di stracci. Con il trucco pesante e le calze bucate. Ridicoli. Forse. Bellissimi. Senza dubbio. Troppo perfetti. Stelle che ancora non hanno imparato a brillare. Qualcuno non lo imparerà mai. Qualcuno si perderà. Qualcuno si brucerà. Qualcuno si eclisserà. E qualcuno splenderà. Qualcuno scoppierà. Qualcuno imparerà...



Mi fa male



Troppa ipocrisia



Troppa falsità



E a volte... vorremmo solo spegnere tutto intorno e dentro di noi...



E smettila di riempirmi di sorrisi di porcellana...



Ipocrita



Troppo luminosi... per un mondo troppo distratto...



per Cristina...



per Me...


lunedì 19 febbraio 2007

Era una notte troppo dolorosa per restare da soli...



Gente pazza che canta e balla per strada... Coriandoli. Vino. La notte profumava di vino e di salsiccia cotta a puntino... Avevo solo voglia di scappare. Lacrime che scioglievano un trucco già disfatto. Sotto un cielo carico di promettente pioggia. E girare. Di notte. Guidare cercando di mettere a fuoco. Far si che le lacrime non impediscano la visuale... E poi lui. Un perfetto sconosciuto. Lì. Seduto alla fermata dellautobus. Barba lunga, e scarpe distrutte. Chissà quanto ha camminato? Mi fermo. Gli offro una sigaretta. Lultima. Mi siedo con lui, e  aspettiamo lautobus insieme...



Avevo voglia di compagnia...



Ci siamo fatti compagnia...



Seduti contro mattoni antichi. A parlare... Raccontarsi. Aprirci completamente.. Mi ha chiesto se ero felice... Abbiamo parlato di viaggi. Di studi. Di vento. Di mare. Della storia che mi circonda. Gli ho raccontato dellemozione del sentir lodore del mare dopo i tre mesi in Trentino. Gli ho parlato della mia famiglia. Della semplicità di certa gente. Dei loro difetti. Dei loro pregi. Della solitudine che mi porto addosso... Dei miei successi. Dei miei fallimenti. Di Catania. Della Sardegna. Del mare in tempesta. Di Jimi. Di Kurt. Di Gai Bennici che fa lamore con la sua chitarra. Di noi. Delle sue origini siciliane. Del suo nascere a Bologna. Del mio voler tornare a studiare a Bologna. Di sogni. E di lacrime. Del nostro essere parte di qualcosa di magnifico e unico...



Abbiamo aspettato lautobus insieme. Mi ha abbracciato. Mi ha stretta forte. Gli ho promesso che ci saremmo rivisti in qualche altra fermata di autobus... Da qualche parte. Qui o magari a Bologna...



Era una notte troppo dolorosa per restare da soli...



Era una notte troppo bella per non smettere di piangere...


martedì 13 febbraio 2007

Stiamo solo facendoci male...



E non cè nulla che conti... Nulla di così importante... Volere è potere... Mi vuoi? Prendimi. Usami. E gettami. Stiamo solo facendoci male... E lo sai... Ti scoperei fino a sanguinare, fino a sanguinarci addosso. E lo so che lo vuoi. Lo vedo. La vedo. La tua solitudine. Così uguale alla mia. E ci vogliamo. Solo per farci male. Fino sanguinare. E allora che aspetti? Prendimi. Mordimi. Mangiami... Un tuttuno con la terra. In perfetto moto terrestre. Così schifosamente umani da sembrare reali... Prendimi. Violentami. Abusa di me. Abusiamoci. Facciamoci male. Fino a sanguinare. Fino al dolore più primordiale... Come morire. Come nascere. Non cè niente altro che importi. Solo noi due. Solo il nostro malessere. Siamo il cancro di noi stessi... Usami. Prendimi. Mangiami...



Fino a sanguinare...


venerdì 9 febbraio 2007

Credevo che non sarei più riuscita a vivere...



senza la tua mano che mi stringeva di notte...



E come una puttana in cerca di notturni e vogliosi clienti... Viene fuori appena dopo il tramonto... e va via poco prima dellalba... Ti incanta. Ti affascina. Ti travolge... E poi ti abbandona... Ti innamori di lei. Lattendi con ansia... E lei. Puntalmente arriva. E ricomincia lincanto. Ricomincia la dannazione... E non la lasci. Non ti lascia... Profuma di fiori in boccio, di serenità, di freddi inverni, colorate primavere, afose estati di sudore e di alcool. Di riposo. Di feste. Di droga. Di sesso sfrenato. Ti fa innamorare sotto la splendida luna. Ti fa soffrire sotto un cielo in tempesta. Si veste di mari, di oceani, di deserti, di montagne o di troppe luminose città. Ma è sempre lei. Sempre uguale, e sempre diversa... Fra le sue gonne si nascondono oscuri esseri rifiutati dal mondo. Sofferti pianti. Sfrenate passioni. Tristi o serene solitudini. O casuali compagnie. Anche a pagamento. E misteriosa. Oscura. Triste. Follemente felice. Innamorata. Lurida. Splendida. Incazzata. Serena. Silenziosa. Amante perfetta. Dama di corte. Puttana. Ma si da con grazia. Con timidezza. Con puro abbandono. Come una vergine fra le braccia del suo uomo...



Tu la puoi chiamare Notte...



Lei ti chiamerà con milioni di nomi diversi...



Sotto una luna che mi parla di te...



Dolce ricordo...


domenica 4 febbraio 2007

E se ancora non ti ha scopata...



allora ha intenzioni serie...



Prima. Seconda. Accellero. Corro. Di notte. Quando la città dorme. Quando tutto sembra fermo. Immobile. Addormentato. Come sotto leffetto di un incantesimo... E mi piace. Mi rilassa. Rifletto. Accompagnata dalla mia musica preferita. Dai pensieri preferiti. Come parlando con te, nonno! E non lo so se sono pazza. Ma va bene così. Perchè sono io. Perchè si... Pensarti. Pensarli. E sorridere. E piangere. E anche urlare se serve. In una notte buia, o rischiarata da una splendida luna. E non mi importa, se qualche notturno passante mi vedrà ridere a crepapelle, soffrire o urlare... La notte è mia... Io sono la notte. Lunico momento che mi appartiene...



E mi nasconderò dietro ombre di pallida luna...



Per occhi milioni di stelle, comete per sorrisi...



Tu chiamami notte...