venerdì 30 novembre 2007

Nell'ombra

del monte

mi pento

di averti

lasciato

tornare.


 


Raffreddata. Capelli raccolti. Unti. Poco attraente. Ciabatte arancioni sotto una tuta grigia. Maglione e felpa. Da casa. A casa. Occhi scavati. E naso gocciolante. Per nulla attraente. Per nulla sexi. Mi chiami. Ti rispondo. Ci vediamo? Sono a casa. Ti vengo a trovare.  ...   Dai sono due anni che non ci si vede!  ...   Va bene...


 


Eccoti. Non sei cambiato per nulla. Stessi occhi. Stessa aria da mascalzone. Stesse voglie. Nulla di te sembra mutato. Sempre uguale. Come due anni fa... E ti avvicini. Pericolosamente vicino. Mi accarezzi le mani. Il volto. Le gambe. Troppo vicino. Mi scanso. Ti scanso. Imperterrito continui la tua marcia verso di me. Non oso guardarti negli occhi. Ho paura di cedere. Ho paura che tu mi vinca. Vuoi baciarmi. Vuoi avermi. Rimembri passati che non mi appartengono più. Lontani. Dimenticati. Sempre a rinfacciare stai. Non mi ferisci più. Alzo gl'occhi. Ti guardo. Ti vedo. E in te non è cambiato nulla, ma in me, si. Ti chiedo di andartene. Non ascolti. Continui ad insistere. Vuoi solo un bacio dici. Continui ad avvicinarti. Mi sfiori. Ti sento il profumo. Anche col naso chiuso. Sei sempre tu, non sei cambiato. Voglio che tu te ne vada. Te lo dico. Tu ti offendi, come se quello che vuoi ti fosse dovuto. Ti spettasse. Ma non cedo. Tu non mi vinci stavolta...


 


Ti alzi. Ti vedo prendere le tue cose. Il portafoglio. Il cellulare. Lo guardi. In attesa. Le chiavi della macchina. Metti tutto in tasca. Alzi lo sguardo e mi guardi ferito. Mi stai davvero mandando via?  ...   Si!


 


Gli apro la porta. Mi segue mesto. Si ferma. Mi saluta con un bacio sulla guancia. Si ferma. Aspetta che glielo dò io. Scoppio a ridere. Adesso riparti vero? Si. Quando torni? A marzo. Meno male va, ciao. Chiudo la porta. Fine


 


Rimango lì. Appoggiata alla porta. Sospiri di sollievo. Ho chiuso un capitolo del mio passato rimasto in sospeso... Adesso sto bene...


 


Tutto torna...


 


fortuna che a volte tornano per andarsene


 


per sempre...


sabato 24 novembre 2007

Voglio milioni di farfalle nello stomaco


 


Voglio inverni che sanno di primavere. Soli sempre luminosi. E lune piene. Voglio vino che sa di succo d'arancia. E distanze non distanti. Voglio telefonate lunghe ore. E promesse mantenute. Voglio toccare la pelle che mi manca. E notti silenziose di dolci rumori. E musica sempre allegra. E musica sempre allegramente triste. Voglio cambiare i capelli. Voglio cambiare me stessa. Voglio un uomo nuovo. E sapere che non sempre le cose a buon prezzo non sono di qualità. Voglio un cappello. E voglio il coraggio di indossarlo. Voglio una testa da cappello. E sogni che si realizzano. Voglio viaggiare sempre. Ma non sempre sulla stessa strada. Voglio incontrare persone nuove. Persone vecchie. Persone e basta. Voglio andare a trovare degli amici. E dimenticarne alcuni, per poi scoprire che non vogliono farsi dimenticare. E ritrovarli sempre li. Come le vecchie foto dentro una scatola. Voglio una stella fissa. Voglio fissarmi. Voglio impazzire per qualcosa. Per qualcuno. Voglio soffrire stupidamente. E ridere di gusto. Voglio che ogni giorno sia diverso dall'altro. Voglio che lo sia davvero.


 


Voglio qualcosa che almeno vagamente ti somigli...


venerdì 23 novembre 2007

...Per un desiderio che esprimi


 


te ne rimangono fuori antri cento...


 


Io non lo so perchè sono così. Non so perchè adesso mi annoia qualunque cosa. Non so perchè mi sento così asociale. Forse il fatto di aver trascorso molto tempo in posti in cui proprio non amavo stare. Il fatto di essere stata per tanto tempo l'anima della festa. il fatto di essere stata troppo, ma dico, troppo, al centro dell'attenzione. Non so. Ma adesso voglio stare calma. Invisibile. Passare inosservata. Asociale. E mi dispiace per i miei amici che penseranno che cmq non mi so più divertire... Forse è proprio così. Ma che c'è di divertente a stare in un locale al chiuso con un sacco di altra gente, sudata, ubriaca, che si dimena a una musica di merda, e che ti alita addosso, che ti spinge, che ti sommerge? Preferisco stare nel mio angolo ad osservare, analizzare, sbadigliare, e desiderare il mio letto. Adesso è così. Spero che questo periodo, se è un periodo, finisca presto. Palermo non mi sta corteggiando proprio per nulla... Forse un giorno riuscirò a sentirla...


 


...e le senti le vene, piene di ciò che sei


 


e t'attacchi alla vita che hai...


martedì 20 novembre 2007

Voglio una vita viola pastello


 


e dove i bambini si sbucciano le ginocchia...


 


Comincio ad abituarmi... Ad avere meno paura la sera. A riuscire a dormire da sola. A mangiare da sola. Adesso è tutto meno bianco, meno freddo. Anche se la temperatura pre-natalizia è scesa. Ho coperto lo squallido tavolo bianco nella mia stanza. Sto riempiendo i muri di ogni qualsiasi. Risistemo la mia stanza a sinonimo della mia vita... Adesso devo solo avere il coraggio di uscire la testa fuori dalla cuccia. Devo uscire dalla cuccia. E smetterla di rimandare. Smetterla di dire: pò si viri! Smetterla di nascondermi... Poi sarà tutto ok. Forse... E poi, voglio un uomo nuovo. Tutto mio. Un uomo mio. E. smetterla. di. sentirmi. timida. S.M.E.T.T.E.R.L.A.


 


Un uomo nuovo


 


non uno e basta... uno NUOVO.


 


Ancora con l'etichetta di fabbrica


giovedì 15 novembre 2007

Involontariamente arresa


 


Al suono leggero di corde sbattute. Musica nell'aria. Parole che opprimono. Che soffocano. Pensieri. Tutti i pensieri del mondo nella mia testa. Tu che un pò torni. Un pò vai via. E mi chiedi perchè non ti mangio più... Perchè. Ma non ci sei più, non lo vedi? Non ci sei più. Qui c'è solo musica. Solo parole. E solo pensieri. Nessun vuoto. Nessun dolore. Musica, parole e pensieri. E so di note ancora da scrivere. Ancora da comporre. Ancora da suonare. Tu vieni. E non vedi che ci stai stretto qui? Non vedi che c'è solo posto per la musica. Per le parole. Per i pensieri? Ma ci sei, e farò vibrare di note anche te, stanotte...


 


Debole acido ricordo


 


La senti la musica?


martedì 13 novembre 2007

E' un continuo ripetersi..


 


Un pò più adulti. Un pò più vecchi. Ma è un continuo ripertersi. Flashback in rewind. 

A volte invece di andare avanti, poi, mi sembra di regredire. Di essere tornata a quando avevo 6 anni ed era il mio primo giorno di scuola. Quando proprio non volevo lasciare la mano della mia mamma. Non volevo che se ne andasse. Avevo paura. Volevo tornare a casa con lei, e che non mi lasciasse sola mai più. Con timidezza, a mani giunte, seduta al primo banco o al secondo, che tanto è uguale. E per paura, per timidezza, per imbarazzo, non osavo rivolgere la parola alle mie compagne. Me ne stavo per conto mio, Con quella finta aria di snobbismo che ancora oggi mi contraddistingue... Non è cambiato nulla, da allora! O meglio si. Sono passata, dal tipino timido, alla faccia tosta, dal tranquillo, allo spregiudicato. Alla dura senza cuore. Quella che mai piangeva. Quella che mai crollava. Per poi crollare un mercoledì di Maggio. Adesso mi sento di avere di nuovo 6 anni. Sono al mio primo giorno di scuola. Seduta al secondo banco, con la testa china sui libri. A far finta di pensare a qualcosa, forzata indifferenza. E davvero, vorrei tanto poter voltarmi, e chiaccherare con le mie vicine di banco. Che sia all'università, che nella vita.

A volte non esiste nulla di più complicato di aprire la bocca e parlare...


 


Anche se poi

non so mai cosa dire..


sabato 10 novembre 2007

Credevo che al mio ritorno...


 


Non le avrei ritrovate...


 


Non ho parole. No. Niente da dire. Solo un mezzo sorriso in mezzo alla tempesta. E sono lacrime di gioia. Perchè non mi sento sola no. Solo a volte. E mi cura. E mi nutre. Mi fa stare bene, in mezzo a tutta questa merda. Mi fa stare al caldo in mezzo alla neve. E c'è qualcuno che mi chiama amica. E mi piace. E lo sento. Sento l'amicizia. C'è qualcuno che mi dice che io non posso crollare, perchè sono il suo pilastro. Mi destabilizza. E mi fa stare bene. Perchè da quando Ylenia se n'è andata non era più successo. Qualcuno è venuto con me quando dovevo ma non volevo girare per  Palermo in cerca di lavoro. Qualcuno m'è stato vicino. Senza doverglielo chiedere. Qualcuno, ha mandato qualcun'altro da me, un lunedì sera per non lasciarmi sola... Senza doverglielo chiedere. Io non chiedo. E no. Non ho bisogno di fare la forte. Io sono forte!! E adesso lo sono più che mai... L'unione fa la forza... Ed è vero!! Voglio restare forte così!!! Grazie ragazzi... Sto bene, grazie a voi...


 


e..


 


grazie anche a te, ubriacone pentito...


domenica 4 novembre 2007

Esci dagli schemi mentali


 


Abbandona la naturale visione del mondo


 


Cazzo. Silvana, smetti di pensare che non ce la farai. Smetti di pensare a come cazzo farai a pagare l'affitto. Smetti di pensare a come sia dura tornare sui libri dopo anni di assenza. Smetti di pensare a cosa dovrai mangiare per pranzo. E che odi mangiare da sola. E che non sai cucinare. E che non hai un abat-jour. E che il buio ti fa paura. E che dormire da sola ti fa paura. E che in quella casa c'è troppo silenzio. Ed è tutto troppo bianco. Smetti di sentirti sola, perchè sola non sei. Smetti di aver voglia di piangere ogni volta che ti fermi a pensare. Smetti di sentirti piccola e indifesa. Smetti di sentirti fragile. Smetti di pensare a trovarti un lavoro, subito. Smetti di tormentarti, quando senti tutti i problemi caderti addosso come macigni. Smetti di buttarti giù. Smettila. Smettila. Fermati e pensa che, se guardi bene dalla dritta direzione, quello che fai è grande. E' grande. E da grandi. Che sono in pochi ad avere il coraggio di buttare tutto in aria e ricostruire la propria vita dal nulla. Da un sogno. Che sono in pochi quelli che senza nulla in mano, si lanciano in imprese colossali, per loro. Pensa che forse sei un pò d'ammirare. Pensa che forse sei un pò da rispettare. Pensa che stai diventando adulta da sola. E che sei felice della persona che stai diventando. Che è normale avere paura. E che tutti siamo fragili. E che tutti siamo piccoli. Pensa che adesso sei un'universitaria. E che sei dentro la vita da universitaria. E che hai voluto esserci. E che te la stai vivendo. E che sei viva più che mai. Lo senti il sangue scorrerti dentro? La senti l'adrenalina. La senti la vita?


 


Si


 


La sento


 


Forte più che mai...


 


Paura e Coraggio insieme


sabato 3 novembre 2007

Ore piccole


 


su notti grandi


 


Ho un cerchio alla testa. Forse sono un angelo. Vedete aureole sulla mia testa? Perchè io me le sento. Eppure non penso di meritarmi aureole. Non credo. Ne sono sicura. Peccatori. Chi scaglia la prima pietra? Notti strane. Da tempo non ne passavo così. Mi mancavano. Eppure, non ho fatto nulla. Non abbiamo fatto nulla. Ma si stava bene. E si stava male. Sono stata bene, davvero! Sono stata male. Era da tanto. Da troppo. Eppure sto male. Ma sto bene. Non cambia nulla. Tutto ruota, gira, ma rimane lì. Come un'istantanea in bianco e nero.


 


Se non lo penso


 


forse non succede...


 


Cariatide ubriaca


venerdì 2 novembre 2007

Vago


 


Perdendomi


 


Mi perdo. Poi mi trovo qui, dove mi ero lasciata... E non è cambiato nulla, o forse è cambiato tutto. Ho stelle negli occhi, luci nel cuore e sabbia fra le dita. E il mondo continua a girarmi intorno velocissimo e non mi fa salire. O non mi fa scendere. Punti di vista. Vivo un un continuo crescendo di emozioni. E non posso farne a meno. Mi nutrono. E mi avvelenano. E mi prendono. E mi perdono. Poi cado. Mi sporco. Fango. Putridume. Bugie. Falsità. E lacrime. Che scivolano copiose su guance rigate di nero a causa del trucco disfatto. E mi rialzo. Barcollando. Aggrappandomi. Graffiando e urlando. M'innamoro di albe scomposte da nuvole capricciose. Resto lì, come paralizzata, ad osservare il mio mare incazzato. Farsi nero e schiantarsi sugli scogli. Guardo negli occhi la gente, e immagino cosa possa pensare. Cosa li possa emozionare.Guardo la gente e immagino la loro vita. Se assomigli vagamente alla mia. Se sono come loro anch'io. Guardo la luna. Che puttana si volge a me maliziosa. Chiudo gli occhi e inarco la schiena. Tappandomi la bocca per non gridare. Mordendomi le labbra, fino a farle sanguinare. E godo e piango sulle note di Einaudi. M' innamoro. M'innamoro di visi bellissimi. Di imperfezioni. Di abituali gestualità. Di dita che stringono sigarette. Di mani che parlano. Di labbra che si chiudono. Di acerbe primavere. Di freddi inverni di pioggia e vento. Di vento, gelido e pungente sulla faccia. Nei capelli. Asfalto. Nero. Che a Palermo è più nero l'asfalto. E' più ruvido. Cammino zigzagando le cacche di cani in giro per strada... E guardo le stelle. Mi emozionano ancora. Mi emoziono ancora. Non ho ancora perso la semplicità di sorridere delle piccole cose. Voglio essere semplice. E voglio continuare a osservare. No vedere. No guardare. Voglio osservare. Perchè il mondo forse è bello. E Palermo non deve essere poi così male... E io voglio perdermici...


 


Vado a perdermi... Non cercatemi, non trovatemi...


 


Impressionante cosa riesce a farmi tirare fuori Einaudi...