sabato 9 giugno 2012

Imparare a pensare

Fin da quando veniamo al mondo, non facciamo altro che imparare. Ci tartassano con insegnamenti di tutti i tipi, inizialmente ci insegnano a parlare, poi a camminare, poi a stare a tavola, l'educazione, le apparenze... Poi andiamo a scuola, e là ci insegnano la matematica, la letteratura, la grammatica, le scienze. E man mano che si cresce gli insegnamenti aumentano... 
Ci dicono che se non abbiamo una cultura non siamo nessuno, che bisogna studiare per diventare qualcuno, per fare un lavoro prestigioso, per guadagnare tanti soldi, per sentirci realizzati. E noi lo facciamo. Studiamo, impariamo. Chi più, chi meno. 
Restiamo chiusi e protetti nei nostri mondi paranoici continuando ad assorbire tutto ciò che ci propinano, perché DOBBIAMO imparare.  Impariamo come automi. Secondo noi sappiamo. Acquisiamo pezzi di carta che certificano che noi sappiamo...  
Riflettendo però, più mi guardo attorno, più vedo che gente che non sa niente. Sa tutto e niente. 
Perché nessuno, o comunque a pochi, viene insegnato a pensare. In effetti non c'è nessuna scuola dove ti insegnano a pensare, e nessuno che ti spieghi come si fa, allora non lo facciamo. Non esiste pezzo di carta che possa certificare che sai pensare, quindi non serve. Perché è ovvio che si fa. Ovvio. 
Io non lo so se so pensare, di certo un giorno mi son svegliata e ho deciso che avevo bisogno di avere un opinione. Non ricordo perché, forse ero stufa di sentirmi dire che qualcosa non si fa e nessuno mi sapeva dire il perché. Si forse è stato così. E' stato allora che ho deciso che DOVEVO avere un opinione, perché avevo bisogno di conoscere i perché, e a mia volta aiutare chi li stava cercando. 
E ho sbagliato. 
La vita è più semplice quando ti affidi a dottrine già preimpostate pronte all'uso. Non è importante il perché o il come. E' così e basta e con ciò la vita è più semplice. Forse se non avessi deciso di dover avere sempre un opinione adesso mi accontenterei di quello che mi capita senza aspirare a voler imparare, a capire, sempre di più. Mi basterebbe quello che ho. E forse sarei felice. Forse. 
Ma non posso. 
Non posso smettere di chiedermi perché, come funziona, o come si fa. Non riesco a smettere di dover cambiare le cose che non mi piacciono in cose migliori. Aspiro ancora a quell'illuminazione divina che risponda a tutte le domande. Per imparare a conoscermi e a conoscere la gente che mi circonda.
Ma non ha importanza. 
Per la maggior parte delle persone, questo non conta. La cosa importante è collezionare pezzi di carta, perché è quello che ti rende COMPETENTE, quello con cui puoi pettinarti l'ego tutto il giorno, e gridare al mondo che tu sei qualcuno. 
Anche se poi, pezzi di carta o no, tolta la maschera, siamo tutti soli e impauriti.

venerdì 1 giugno 2012

Miseria

È quando ti fermi di colpo che tutta la solitudine che t'insegue ti viene addosso...

Ci si riscatterà mai da tutta questa miseria?