giovedì 20 ottobre 2011

Sputi

 Pericolosamente vicino all'oblio, guardi giù come a sfidare una sorte ostile, porti addosso segni di lotte mai cessate e parole che pesano come macigni. Ferma al crocevia aspetti un segno. Il segno. Quello che ti tatuerà la strada fin dentro le ossa e segnerà per sempre quella che sei. E tu, ti stai ancora chiedendo chi sei e cosa fartene di tutta una vita passata a girare su stessa. Con gli occhi al cielo preghi per il coraggio che non hai di strapparti di dosso i brandelli di te rimasti dall'ultima battaglia, ma non ce la fai... Ti tieni stretta nella tua pelle, al tuo credo, a quello che hai imparato e che ti ha resa ciò che sei. Che delimita i tuoi confini e le tue certezze malamente ricostruite. Ma la tua corazza è più forte adesso, anche se è tutto un cantiere, pieno di cemento e calcestruzzo un pò d'ovunque. Anche se a volte ti sembra di costruire sul fango, le tue fondamenta sono forti. E spesso lo dimentichi. Tieniti stretta quel fuoco, bambina, perché senza sei perduta. Ti da luce e calore e la notte è troppo buia per avanzare a tentoni. La solitudine che ti porti addosso è solo freddo da scacciare via. Si può fare, è già successo e lo sai. Siamo esseri fragili, ma non per questo meno cattivi. Tieniti caro l'amore e ancor più caro l'odio, perché è sempre meglio del vuoto assoluto. Quel vuoto che non ti fa sentire nulla e fa sembrare tutto di un triste grigio sporco. Difenditi con tutto ciò che hai, bambina. Fino alla fine. Fin quando senti il sangue che pompa nelle vene, il cuore battere e la vita scorrere, non gettare mai la spugna. Lotta con tutto ciò che hai. Arrendersi porta a morire. E nonostante morirai molte volte nella tua vita, fa che non sia mai perché ti sei arresa. Le ferite guariscono, se non lo fanno ti rafforzano. Ogni ferita ti ricorderà quando e dove hai abbassato la guardia e il ricordo del dolore ti renderà più attenta. Ascolta, non sentire e basta, ma ascolta. Te stessa, il mondo, gli Dei. Sai già che perché, ma a volte ti distrai. E prega. Celebra la tua anima e non ancorare la tua essenza a futili questioni. (to be continued)

mercoledì 5 ottobre 2011

Acqua

E poi c’era l’acqua. Acqua e note lunghe.
Acqua pulita di pelle bianca e mani perfette, che si leggono tra le righe,in un religioso silenzio, tra pacata autorevolezza e ciniche affermazioni.
Acqua che spegne il fuoco e diventa fumo, in sguardi sfuggenti nascosti da andature incerte e inadeguate, come di un cuore troppo grande in un torace troppo piccolo.
Semplice, pura, emozionale e fresca acqua.
Scorre limpida tra le rocce, ed esse non ci fanno caso, non le danno importanza. È solo acqua del resto. Ma, lei ostinata, s’infiltra nella terra e irroda i campi, tra futili pregiudizi e rigide sovrastrutture, rinfresca e disseta, inonda e distrugge.
È ingannevole e irrisoria, la luna ci si specchia e vede solo se stessa, presa dalla sua malizia e vanità, non riesce a vederne i fondali. Ah, se solo guardasse meglio! Ma è solo acqua del resto… Solo acqua…
Acqua che capovolge le barche dei sentimenti e affoga i pescatori di stelle cadenti, in un mare di fragilità ben cammuffate. Trascina via certezze e speranze, lasciando dietro dolci dubbi che ti scuotono di notte e ti fan sentire viva. Ma è solo acqua…
L’acqua di un temporale estivo, che agita e risveglia il cuore e i sensi, dalla mite e immobile afa dell’apatia . Emozioni silenti sotto timide maschere. Passione viva, dietro freddo distacco.
Ma non è altro che acqua… Solo acqua…
Mi lascerò annegare…