sabato 10 giugno 2006

0. Tempo scaduto. Fra poche ore si parte... Adesso comincia il conto alla rovescia delle ore... The final countdown. -16 ore. 0giorni, 16 ore. "Prepararsi ad evacuare." Comincio a dare importanza alle piccole cose. "Prepararsi ad evacuare lanima. Fra 16. 15. 14." Lultima sera in questo internet point di merda. Lultima birra qui. Salutare tutti. Renderli partecipi della mia partenza. Anche alle persone a cui dò poca importanza. Tutti. " Prepararsi ad evacuare lanima." Lultimo caffè. Lultima doccia. Lultimo pranzo coi miei. Come se non dovessi tornare più. Come se dovessi morire. Sempre così. Come se fosse lultima volta. Ed essere felice. Perchè qui stasera suonano musica che mi piace... Ed essere brilla. Perchè mi andava. Perchè stasera voglio divertirmi per forza. E voglio essere felice.  Almeno questa volta. " Prepararsi ad evacuare." Lultima notte nel mio letto. Lultima dormita stringendo il mio peluche preferito. "Prepararsi ad evacuare lanima." Lultima colazione. Lultimo saluto. Lultimo viaggio per Palermo. Lultima aria siciliana. "Prepararsi ad evacuare lanima. Fra 16. 15. 14. 13." Un ultimo saluto alle anime disperse che si aggirano fra le mie parole. A chi mi lascia dei commenti.  A chi é uno spettatore silente. A chi mi ha lasciato il numero di telefono. A chi mi manda solo PM. A chi mi vuole bene. A chi mi critica. Un bacio. Lultimo bacio. Qui, sulle note di smock on the water. Suonate dal gruppo che suona in questo locale questa sera. Tornerò. Anche se non sembra. Anche se mi sembra lultima volta. Anche se voglio che sia così... Come se non dovessi tornare più...



ARRIVEDERCI A OTTOBRE


venerdì 9 giugno 2006

Incastrando in una valigia, gli ultimi stralci di me...



Mi sto raccogliendo... In giro per casa. Raccolgo i miei stracci, e li spingo dentro una scatola blu con le ruote. Raccolgo le foto. Raccolgo i miei orecchini. I miei bracciali. Le mie scarpe. Raccolgo me stessa e la chiudo in una scatola blu con le ruote. Chiusa. In posizione fetale. Ginocchia al petto e occhi chiusi. Saluto le nonne. Quei quattro amici che ho. Le ultime spese. Cose di prima necessità. Come se alla fine non avessi bisogno solo di me stessa. Una carezza al mio cane. Un pensiero rivolto a chi non posso salutare. A chi non ho avuto il tempo. A chi non ho voluto per egoismo. A chi mi ha chiesto di telefonarle, e poi non lho fatto. A chi mi ha stretto le mani. E a chi ricordo con un dolce sorriso... E darmi della stupida, perchè tornerò...



Incastrando in una valigia, la parte peggiore di me...




Lasciami leccare via la tristezza che ti pervade...



-1. Manca poco. Troppo poco. E non mi sembra vero... Voglio essere abbracciata. Sono abbracci-dipendente. E sono in crisi di astinenza. Voglio essere stretta, forte, in un abbraccio. In qualunque momento. In qualunque situazione. Sempre. Voglio essere abbracciata. E voglio che indovinino dallodore dei miei capelli, che shampoo uso, e dalla mia pelle, il bagnoschiuma. Voglio essere perennemente coccolata. Voglio che qualcuno si preoccupi di me. E che mi chiami in piena notte, solo per chiedermi se sto dormendo... Voglio entrare con forza nei pensieri di qualcuno. E smetterla di scrivere che VOGLIO. E giugno. E fa ancora freddo la sera. Lumidità mi entra nelle ossa, e si appiccica sui capelli. Quella stessa umidità che mi riporta ricordi tristi... La stessa umidità che caratterizza la mia terra. Sono stanca. Ho mal di pancia. Sparerò una ad una le farfalle che mi svolazzano dentro quando il tuo ricordo mi sfiora. Smetterò di sentirmi stupida ripensando a quei momenti. Smetterò di vergognarmi di me stessa.



Smetterò di sentirmi stupida. Prima o poi.



Mi manca il tuo sbirciarmi di nascosto con la coda dellocchio per evitare che mi perda.



Mi mancano quei piccoli dettagli che mi facevano sentire importante...


giovedì 8 giugno 2006

Voglio diventare il chiodo fisso di qualcuno...


-2. Stanca. Con gambe e braccia indolensite. Le mie mani puzzano di aceto. Di pesce. Di frutta. Di torte. Ma sopratutto di aceto. E per un paio di giorni lì a strofinare... Ma continueranno a puzzare. Mi chiedo se smetteranno. Mi chiedo se sanno ancora accarezzare. Se sanno ancora scrivere. Comincia a svanire la morbosa voglia di scrivere. Si vede che sto per partire... Per tre mesi non toccherò una penna. Terrò tutto dentro come in una cassaforte blindata. Per spurgare tutto al mio ritorno. "La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club". "La seconda regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club". Non ricordo bene quando io ci sia entrata. Ma so perfettamente quando ne uscirò. Tutti sanno esattamente quando ne usciranno. Ho il volto contuso e le mani piene di cicatrici. Mi fanno male le nocche a forza di pugni. Adesso le sto prendendo. Adesso le sto dando. Mi hai dato un pugno su per lo stomaco che me lo ricorderò per tutta la vita. E stato il più bel pugno che mi sia mai arrivato. Lunico pugno che ho amato ricevere...


Voglio essere amata senza poter ricambiare...


Con le valigie ancora disfatte...


martedì 6 giugno 2006

Fammi assaggiare ancora un pezzo di vita. Le tue labbra. Fammele assaggiare ancora...


-4. Ospedali. Operazioni. Puzza di disinfettanti. Di malattie. Di speranze. Di dolore. Di preghiere vane di fronte a statue sacre. Gente seduta ad aspettare. Gente seduta a sperare. Vecchi malandati che guardano il tempo passare. Come se il loro tempo non dovesse mai scadere. Come se non fossero ad un passo dalla tomba... E poi... Corse su un motorino smarmittato per le vie di Palermo. il vento in faccia. Quella sensazione di vita infinita. Di movimento. Di gioventù. Un pò come volare. Sensazioni che ti lasciano addosso sapori già assaggiati. Conosciuti. Vissuti. Che comunque finiranno. Che comunque il veloce moto terrestre cancellerà. Mia vita... Autobus. Sono fermamente convinta che ci passerò la vita sui pullman. Viaggiare. Moto continuo. Nuovi panorami. Le auto che ti sfrecciano veloci accanto e contare gli automobilisti che si scaccolano. Che guidano scazzati e tranquilli. Che seguono rassegnati la loro esistenza. E la gente che ti siede accanto. Tutti curiosi. Sempre lì a sbirciare sulla mia agenda. A frugare voraci tra le mie parole. A sconsacrarle. Come se gli appartenessero. Come se volessero rubarle. Ma sono solo parole... Adoro questa vita da zingara... Che ci posso fare? Sono una zingara. Sono una ragazza che viaggia da sola. Acconpagnata dalla mia musica, dai miei libri, e dalle mie parole tremolanti sputate su fogli rigati di rosa. E amo tutto questo... Forse un giorno smetterò di averne paura...


lunedì 5 giugno 2006

Ti terrò per mano in una piazza gremita...


-5. Ho deciso di far crescere selvaggiamente i miei capelli. Non li taglierò più. Li lascerò liberi di decidere se crescere oppure no, di rovinarsi se lo vogliono, se e quando stancarsi e cadere... Ho deciso di snobbare le parrucchierie. Covo di conversazioni futili che riguardano per la maggior parte di pettegolezzi. Ho deciso di essere frivola. Voglio parlare di sciocchezze, e ridere senza motivo. Voglio conversazioni frivole e leggere. Sarò un oca giuliva. Divertente. E la gente riderà. E tutti mi ameranno. Partirò. E smettero di scrivere, di leggere, di pensare. Sarò unautoma. E farò solo quello che mi chiederanno. Sarò una gheisha. Docile e servile. Partirò e muterò per tornare più me stessa che mai. Con una valigia piena di sbagli e un astuccio pieno di pregi. Mi spoglierò della mia verità. E sarò meschina e bugiarda. Cattiva. E sarò forte come una montagna. Mi confonderò tra sorrisi e illusioni. E non mi vedrai. Nessuno mi vedrà. Neanche io. Riflessa in uno specchio non mi vedrò. Tornerò sporca. Sbagliata. E mi ripulirai. Mi restituirai la mia verità. E piangerò di notte, vomitando fuori tutto il sudicio. Tutto lo sporco. Sputerò dagli occhi il cancro che mi avvelena. E sarò bella. Di nuovo. E la gente mi odierà. E. Potrò. Tenerti. Per. Mano. In. Una. Piazza. Gremita.


"Ho perso la verginità, e lo ritrovata due anni dopo" Non ricordo dove ho letto questa frase. Ho letto otto libri in otto giorni. Proprio non ricordo. O forse lho sognata. Non lo so. Io ho perso la mia verginità, ma non lho più ritrovata. Se qualcuno la vede, vi prego di contattarmi. Grazie.  Anche se forse, credo di sapere dove è finita.  Perdonatemi. Perdonami.


domenica 4 giugno 2006

Ho voglia di emozioni sporche, lacrime vive, gioia pura.


E non riuscire a smettere di essere così agitata. Così nervosa. Ho voglia di qualcosa di sudicio. Di talmente vero da essere sporco. Ho voglia di emozioni, emozioni che nascono sporche di sangue e di placenta. Di verità. Pura e crudele. Urla di voci bianche. E smetterla di pensare. Di pensarci. Smettere di voler essere abbracciata di notte. Non voglio desiderare carezze di madreperla. E piangere di lacrime vive, come se il sole non dovesse risorgere più. Come se domani non dovesse più arrivare. Cullarmi su una melodia semplice, tranquilla. Felicità di sabbia. Restarmene sul ciglio di una scogliera ad ascoltare il vento. E sentirlo picchiare sul volto. Brividi di freddo. Mani che forse non si toccheranno mai più. Credo di essere cambiata. Ancora. Come le stagioni. Credo di essermi accorta che sto crescendo. Credo di essermi accorta che niente mi basta mai. E voglio di più. Sempre. Non mi accontento. Non mi so accontentare. Sempre alla ricerca di qualcosa che non so cosè. Che forse non esiste. Che sono malata. E che qualcuno è riuscito a smuovere una parte che sentivo persa per sempre. Che avevo congelato. Che credevo morta. Credevo di essere morta. Credevo di non aver più bisogno di certe emozioni. Credevo di esserne immune...


Con le valigie ancora disfatte. E il cuore nuovo.


 


Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire


Alla ricerca di un segno. Qualcosa che mi fermi...


-6. Me ne sono accorta stamattina. Appena sveglia. Dopo aver fatto uno strano sogno. Mancano sei giorni alla mia partenza. E ho paura. Ho paura perchè non voglio partire. Cioè voglio partire, ma non ora. Credo di aver ancora delle cose da fare. Cose in sospeso. Che probabilmente non risolverò mai... E ho paura perchè so che tornerò ancora più diversa, più cambiata, più cresciuta. E mai come adesso sto odiando crescere. E mi farà bene, spegnere quella vocina che mi urla nella testa. Sarò impegnata 19 ore al giorno e non avrò tempo per pensare. Le ore restanti le userò per dormire. E non avrò tempo di ascoltare quella maledetta vocina... Ma non mi mollerà... Neanche un secondo. Resterà là a urlare senza che io possa sentirla. Perchè avrò altro da fare. Altro a cui pensare. Superficialità. E metterò da parte la mia perenne tristezza, mi vestirò di sorrisi e felicità. Di banalità. Di superficialità. E non sarò diversa. Sarò uguale aglaltri. Sarò come la massa. Sarò la massa. E soffrirò di meno. Forse. Con gli incubi che torneranno a spaventarmi di notte. Una spessa e dura scorza a proteggermi. E lacrime bloccate con grande maestria. Falsa. E. Ipocrita. Mi odio per questo.


venerdì 2 giugno 2006

Ho voglia del tuo respiro mentre dormi...


Sovrapensiero. Disillusa. Triste. Abbracciandomi stretta le cose che amo. Tenendomi forte alle cose che vivo. Circondata delle mie parole preferite. Del coraggio di Anna Karenina. Dello squallore e splendido sudiciume di Italia. Il tenero amarsi di Rocco e Antonia. Il lungo aspettare di Rosie di Scrivimi ancora. Il bambino mai nato della Fallaci. Di Bukowski che amo, e non solo come scrittore. Di Palahniuk che sto imparando ad amare. Del Piccolo Principe e del suo fiore viziato. Di Veronika che decide di morire e poi non lo fa. Di Pilar che piange sulle sponde del fiume Piedra, che lho letta in un pomeriggio. Di Giulia che non chiede permesso, e si taglia le vene. Delle puttane tristi. E di Quasimodo che ama, e soffre. Di Ai che scappa di casa e diventa una pornostar. Del vecchio Alex che vive nella sua musica e poi incontra Aidi. Di DiFo e Natura che stanno sotto la neve per potersi parlare. Di quella ragazza con quel grosso sacchetto di arance. Di Jean-Baptiste Grenouille che domina gli odori. Dell oscura Ortensia e delleffervescente Anemone, sorelle troppo diverse e insieme troppo uguali... E non entrano tutti nelle mie braccia. Alcuni scappano via, cadendomi per strada. Parole. Frasi. Libri. Pezzi di carta che mi appartengono. Che fanno parte di me. Abbracciandomi stretta le cose che amo. Chiudo gli occhi e non ci sei più. Cè unaltra storia. Unaltra vita. Unaltro libro. Che per un breve momento mi strapperà via ai miei pensieri, ai miei ricordi. Che mi farà essere qualcunaltro, in unaltro posto, in unaltra vita...