giovedì 14 luglio 2011

Favole

Le favole sono rassicuranti. Quando ti affezioni al protagonista, sai per certo, che nonostante tutte le difficoltà, alla fine vivrà per sempre felice e contento insieme alla sua amata. Non può che essere così. Nella realtà i protagonisti fanno sempre delle brutte fini, o al massino finiscono per vivere patetiche vite precarie e squallide! Io non ho mai creduto nelle favole, ma mi emoziona sempre la capacità dell'essere umano di sognare i lieti fini. Così come mi deprime.
Forse, per una volta, dovremmo smettere di sognare e cominciare a costrure i nostri "e vissero felici e contenti", forse nonostante le difficoltà potremmo farcela.
Ma mi sono sempre chiesta: e dopo? Dopo i "e vissero felici e contenti" cosa c'è? L'unica risposta che mi viene in mente è: la noia.


Forse non sono così ansiosa di raggiungere la mia fine. Forse voglio continuare a destreggiarmi con il cattivo della mia favola. Sono belli i cattivi delle favole, ti danno uno scopo, un motivo. Per vivere, per sognare, per amare. E' solo grazie a loro. Senza i cattivi, le favole non esisterebbero. E ci sarebbe la noia di una vita piatta senza emozioni. Non ci sarebbe la lotta nel raggiungere il proprio obiettivo.
Sono i cattivi che ci fanno crescere. Trovo tutto ciò bellissimo e inquietante.


Ed è per questo che amo le favole che non finiscono. Quelle dove il cattivo non muore mai e può sempre tornare a crear scompiglio. Quelle dove non esiste nessun "e vissero felici e contenti" e dove il "C'era una volta..." è "C'era una volta e c'è ancora". Dove le principesse vengono salvate milioni di volte, e il bacio del vero amore diventa il preliminare di una lotta a due.


No, niente favole classiche per me, grazie! Lasciate un finale aperto, i cattivi sono proprio così simpatici...