domenica 29 ottobre 2006

"No, Silvana, tu sei troppo signorile per una semplice scopata e via..."



Serata tranquilla. Gente tranquilla. Conoscenti. Gente che conosco di nome e di fama ma di cui fondamentalmente non so nulla. E loro non sanno nulla di me. Bere. Fino a quando non se ne può più. Ridere. Per nulla. Per parole prive di significato. Accorgersi che non sempre quello che si dice è vero. Ancora una volta. Provarlo sulla pelle. E una frase. Detta così. Per caso. In mezzo a stupidaggini. In mezzo a cose senza senso. Una frase buttata così. Che non sono più riuscita a togliermi dalla testa. Che ho continuato a ripetermi tutto il tempo... Da una persona che non conosco. Che non mi conosce. Che non sa nulla di me. Sputata in piena faccia. Io. A difese abbassate. Dritto in pieno. KO.



"Come fai a parlare così di me, se di me non sai nulla, solo come mi chiamo?"



"Si vede!"


sabato 28 ottobre 2006

I remember painfully



E non sapere più chi sono... Sentirsi bambina e volere la mamma, perfetti sconosciuti che mi conoscono più di me. E chiudere gli occhi e aprire le gambe. Tirare indietro le lacrime... E sentirsi perennemente sola. Anche in mezzo alla folla. Anche dentro un arido abbraccio... Cercando la sua mano di notte... Per non trovarla mai...



Piccoli dolori di unestate felice...


martedì 24 ottobre 2006

Mostrami come cadere in basso, nel fango, senza sporcarmi...



Riesci a toccarmi senza essere qui? Riesci ad ascoltarmi senza che sto parlano? Riesci ad entrarmi dentro senza passare dal corpo?



Un involucro ben vestito. Un visino pulito, leggermente truccato. Tailleur. Schiena eretta. Sguardo timidamente fiero. Padrona delle situazioni. Importante. Dentro niente. Vuoto. Un buco nero che risucchia tutto quello che trova. Sicura di se. Estroversa. Diplomatica. Ipocrita. Cattiva. Un dolce sorriso nasconde canini aguzzi. Dolcezza di cartapesta. E cercare disperatamente di non affondare. Di non affogare. Di non morire. Uccide per non morire. Senza pietà. Senza scrupoli.



Dove sei, bambina impaurita? Dove sei? Timido essere insicuro e fragile. Dove sei? Dove ti sei nascosta? Dove sei finita? Dove è finita la tua timidezza? La tua dolcezza. La tua fragilità. Dove ti sei nascosta niña?



Limportante non è quello che sai fare, ma quello che fai credere di saper fare...


venerdì 20 ottobre 2006

Se mi sfiori con la mente, anche a km di distanza riusciro a sentire il calore del tuo tocco



Indaffarata. Incastrata in un lavoro che non mi interessa. Tempo libero zero. La scuola guida. La macchina. Fatture e bolle. Scontrini e ricevute fiscali. Clienti. Fornitori. Banche e consulenti. E guide. Segnaletica orizzontale. Sorpassi. Incroci. Segnaletica verticale. Schede e quiz.. Lavoro e scuola. E poi. Il tuo ricordo che mi sfiora timido nei momenti più impensati. Che mi abbraccia. E mi riscalda quando mi sento troppo sola. E mi fa sentire freddo quando mi accorgo che non ci sei. E mi fa venire voglia di mollare tutto e venirti a cercare. Solo per abbracciarti. Solo per parlare. E smetterla di vivere in perenne ipocrisia. Smetterla di girare in tailleur. Smetterla di sorridere e ringraziare...



Vi ucciderò sorridendo e ringraziando...



Sei il sorriso più vero che ho mai avuto...


sabato 14 ottobre 2006

Voce di donna asettica e fredda. Guardare la gente che passa. Ore e ore seduta con Jack Folla e quella voce che mi spacca i timpani. E ricominciare a scrivere. Scrivere della gente che mi passa davanti. Scrivere di mal di gola. Di puzza di umidità sul giubbotto. Di scopate che dovevano esserci. E di altre che non dovevano esserci. Di non avere un posto dove dormire stanotte. Dello zaino troppo pesante... Parole a vuoto. In una città sconosciuta. In una città non amata. Non voluta ma vissuta. Aspettando un treno che sembra non arrivare mai. E scrivere... Credendo di non saperlo più fare. Ritrovarsi a buttare giù parole a caso. Vagabonda. Zingara. Bohemienne. Come vuoi chiamarmi? Un cd e un libro nella borsa. Un quaderno e una penna. Uno zaino sulle spalle e via. Ancora una volta. E non riuscire a smettere. Non riuscire a fermarsi. Non riuscire a riposare...



"Perchè ti lamenti se viaggiare non ti serve? Ti perseguiteranno i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.."



ferita nel cuore continuando a



"Vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa dalta magia non ferirsi mai."


mercoledì 4 ottobre 2006

Le tempeste notturne fanno paura se non hai nessuno da abbracciare nel letto



OFF



Provavo piacere nel trovarmi al centro dellattenzione. Milioni di occhi puntati addosso.Diventare qualcunaltro. Farli ridere. Dentro dolorosa solitudine. Sprazzi di orgoglio misto a rabbia. Egoismo. Me. E. Solo. Me. Orgasmici complimenti. Dentro il vuoto. Falsità portata allestremo. E. Non. Riuscire. A. Piangere. Mi vestivo di sorrisi e gentile arrendevolezza. Dentro di rabbia graffiavo. Divertirsi a storpiare una lingua non mia. Orgoglio patriota. Spegnersi. Perdersi. E cercarsi. E poi Lei. Che bacia col corpo. Come fosse lultima volta. Che bacia con le mani. Bella. Racchiusa dentro una coppa di mousse al cioccolato. Cappuccino e cornetto. Vernice e fil di ferro. Morbidi capelli color topo. Bellissimi. Bacia con gli occhi. Bacia con le mani. Come se stesse per morire. Come se non dovesse rivederti mai più. Morbida. Arrabbiata. Un urlo. Lurlo che mi ha riportato dove mi ero nascosta. Lurlo che non mi ha fatto perdere di nuovo. Lurlo di un amica. Vera amica.



E mi porterai in giro dove cè gente come noi


martedì 3 ottobre 2006

Voglio. Essere. Un. Altra. Persona.



E vestirsi di sorrisi. Scendere a compromessi per non litigare. Sopportare. Enspirare. Respirare. Dentro. Fuori. Toccare il vuoto con le mani e averne paura. Familiare paura. E vestirsi di felicità. Di allegria. Ostinarsi a credere di star bene. E continuare a recitare. Sempre.



E respirare. Cercando la notte un abbraccio che non cè. Chiudere gli occhi per non vedere. Tapparsi le orecchie per non sentire. Spegnere linterruttore del cervello. Dellanima. E lasciarsi andare. Nuove anime, corpi già assaggiati. E aprire le gambe e chiudere gli occhi. Immaginando che sia tu. Immaginandoti... Felicità falsa e immatura irrazionalità. Mi è stato dato un lavoro. Composto affetto. Sporadiche carezze. E un membro per sfogare la tensione... Ma nessuno ha capito che avevo solo voglia di un abbraccio. Nessuno ha capito che volevo essere tenuta per mano di notte...



E una chiamata. Dal passato. Rewind. Il cuore in gola e il terrore neglocchi. Errori imperdonabili. Errori che sarei pronta a rifare. Errori che rifarò...



Sospesa fra attimi di nulla assoluto...



Sono tornata.