mercoledì 22 settembre 2010

Lettera a te

Ti auguro buon viaggio, e tutte le cose belle a cui ambisci. Quel successo che tanto brami, e quella donna che tanto sogni.
Ti auguro tutto questo e molto di più. Molto di più.
Ti auguro di trovare quel te stesso che credi di avere sotto mano, di accorgerti di quanto siano belli i tramonti, ma ancora di più le albe. E che la vita non è fatta solo di denaro, nè di divertimento. Che la gente è più bella quando non è troppo superficiale. Ti auguro questo e molto di più. Si, molto di più.
Ti auguro sogni che son fatti di vetro, da proteggere e custodire per evitare che si rompano in mille pezzi. Ti auguro donne che non ti meriteranno, e ti auguro di capirlo, così d'accorgertene che c'è molto di più oltre lo specchio. Ti auguro qualche cicatrice, piccola piccola, che tu possa farne tesoro e vanto, così da vecchio tu possa essere saggio. Ti auguro tutto questo e molto di più. Ancora di più.
Ti auguro di aver voglia di sentire l'odore del mare, talmente tanto da ritrovarlo in mezzo allo smog cittadino. Ti auguro la bramosia di profumi a te familiari, e crisi d'astinenza della tua gente. E ti auguro quella solitudine che ti farà scoprire quanto è importante tutto ciò, la commozione di tornare nella tua terra e la felicità di ritrovare i tuoi cari.
Ti auguro ogni battito, ogni freno, ogni soffio di vento che ti porterà in alto, ma non nella piramide sociale. La vera ricchezza sta nel cuore e nell'animo, e ti auguro che tu un giorno possa capirlo.
Quando e se succederà, io sarò qui, con la mia vita fra le dita, in un esistenza semplice ma piena di margherite, dove le uniche cose importanti sono le fusa di un gatto, il caffè la mattina e una casa piena di sole. Ti auguro che non sia troppo tardi.
Ti auguro tutto questo e molto di più. Troppo di più.
E spero tanto tu possa ottenerle.
Davvero.
 

lunedì 13 settembre 2010

Gemma

Ho pensato che fosse bellissimo. Più bello di come lo ricordavo. Mi sono chiesta se pensasse la stessa cosa.
Mi sono chiesta come ho fatto tutto questo tempo senza di lui, e se per lui fosse stato lo stesso.
Mi sono chiesta cosa sia successo, e perchè fossimo arrivati a questo punto.
Mi sono chiesta se potevo dargli un'altra chance... Ma ho avuto paura.
Troppe ferite, troppe lacrime, troppe delusioni.
Non ho più fiducia.
Non c'è più quella gioiosa spensieratezza che mi fa pensare che andrà tutto bene. C'è solo pessimismo, paura, tristezza e sconforto.
Nessuna parola dolce per me, solo che sono più grassa.
Come posso fidarmi?
Lo specchio mi chiede chi sono, e le mie ginocchia doloranti adesso cedono.
Non posso fidarmi, non ci riesco.
Ho pensato che se avrebbe voluto mi avrebbe fatto cambiare idea, non c'ha neanche provato. Non come avrei voluto almeno.
Voglio essere una gemma rara.
Scalare montagne e attraversare deserti non basteranno a possedermi.
Ma ho desiderato che almeno qualcuno ci avesse provato...
 

sabato 11 settembre 2010

Sproloqui

Una ferita per labbra. Sproloqui su sproloqui. Improvvisamente mi viene in mente Jack di Lost. Non c'entra nulla, forse è il vino che mi spinge verso queste strane associazioni. Ma non ho bevuto. Non abbastanza. Stavolta no, mi mantengo lucida, lucida e imponente. Mi si evita, devo dimagrire penso. Ma non ha senso. Ho cicatrici ancora aperte e stralci di autostima per la via. Ho bisogno di sicurezza. Ho bisogno di ripredere in mano me. Ho bisogno.
Bisogno. Bisogno. Bisogno. Bisogno.
E' da un pò che non mi coccolo, è da un pò che nessuno mi coccola.
Sola.
Triste.
Perduta.
Devo solo smetterla. Si lo so. Ma io ho smesso. Ho smesso di sperare. Ho smesso di aspettare.
Non ci saranno finali felici per noi, non dopo tutto questo, non dopo tutte le umiliazioni, gli insulti, gli attacchi. Stavolta no. Puoi salirmi sopra se ci riesci, ma non uccidermi. Non si può, non lo permetto. Anche se il cuore sanguina, e non ci sono più lacrime. Ma non mi si può trattare così. Non più.
Il tempo è scaduto. Vado via. Ogni possibilità è stata sprecata. Nessuna vendetta, non da me. Ci penserà la madre a vendicare le sue figlie, quando verrà il momento. Quando. Verrà. Il. Momento.
Io resto qui, a raccogliere i cocci di quello che non è più.
Forse un giorno, ci sarà un finale felice anche per me...


Neve
 

mercoledì 8 settembre 2010

Sotto la neve

Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve, morirà domani...


Le nuvole non mi spaventano più. Quando il cielo diventa cupo e le nubi cariche di pioggia promettono burrasche, io sarò fiduciosa. Ogni inverno viene seguito da nuove primavere...
E l'abbandono pesa di meno. Il dolore si fa meno acuto, non si è mai soli nel leccarsi le ferite. I nodi improvvisamente sembrano meno difficili da sciogliere...
Sarà la mia nube rossa a parlare o il cuore insanguinato, non so, ma ci sono ancora semi nascosti sotto la terra. E la neve non inaridirà quel grembo fertile... C'è ancora posto per quel dolce cancro che riempie le mie albe...
Speranze passate e future portano luce in notti solitarie, la voglia di quell'abbraccio non si è ancora assopita ma porta disincanto e paura. La solitudine mi è ostile. Il sonno greve porterà in grembo nuove aurore. E un nuovo inverno ci sorprenderà dopo la calda estate. E resterò così, fredda e immobile sotto la neve, in attesa di nuovi boccioli e nuovi inizi. Speranzosa e impaurita come una fanciulla alla sua prima notte di nozze. Calda e pura tornerò alla luce, quando giorno si farà. Di ogni carezza farò tesoro, di ogni mano tesa per rialzarmi, di ogni parola nè farò sostegno; e altro dolore al dolore porterò sui miei palmi ma tutto ciò non inaridirà i campi... E ti ricorderò come una dolce estate, come una dolce coperta sul cuore, tu che sei venuto a riscaldare le mie notti buie e tristi, tu che sei venuto a dare gioia dove sembrava non potessero fiorire neanche le ginestre. Un cuore batte e ora lo so, sento la terra ed è solo questo che conta... Non c'è aridità, non c'è sterilità e solo questo conta...


E' stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati...