sabato 22 aprile 2006

Tenerezze.. Di quelle leggere e impercettibili. Lacrime salate al gusto di rimmel. e respirare. Quell aria che sa di mare, che sa di sale, che ha odore, colore, sapore... Quel letto di ospedale, con la sua carcassa vuota attaccata ai tubi di respirazione, e sapere che non può sentirmi, non può vedermi, che non gli ho fatto dono dellultima cosa che desiderava: vedermi! Mai conosciuto... Mai, veramente... Tu, che sei venuto a trovarmi nei sogni, perchè nella realtà io non volevo vederti. Cattiva. Crudele. Odore di morte in quella stanza di ospedale... La morte che ancora non ti ha preso... E poi uscire, e respirare. E tutte le tenerezze di cui fanno belli i ricordi, i sorrisi di circonstanza, perchè non si può sempre soffrire, non si può sempre ringhiare...


Il ricordo sbiadito di una persona che non si è mai conosciuta veramente. Il ricordo sbiadito di te, nonno...


nuna

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