giovedì 22 luglio 2010

Terra

Il mio mare, la mia sabbia, l'odore di salsedine che mi inebria di primo mattino, il crepitio della legna sul fuoco. Strade conosciute, asfalto familiare, i gattini randagi, le urla del pescivendolo. Voci amiche, chiaccere familiari con persone interessanti, la mia lingua madre. Tramonti sempre diversi, Pantelleria in lontananza nei pomeriggi di autunno, quelle costellazioni che riesci a vedere solo da qui. L'umidità, l'afa, il freddo pungente. Cappotti pesanti, e vestiti leggeri fin troppo caldi. Mani, mani che si stringono, che parlano, che suonano, che pregano, che fumano, che comunicano. Mani che bevono. Mani che tormentano i capelli. Che scrivono. Che si annoiano, che battono su una tastiera. Odori, sapori, colori della mia terra. Qualcosa che lontano da qui non c'è. Qualcosa che non vorrei lasciare mai.
E che forse dovrò fare...
 

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