mercoledì 8 settembre 2010

Sotto la neve

Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve, morirà domani...


Le nuvole non mi spaventano più. Quando il cielo diventa cupo e le nubi cariche di pioggia promettono burrasche, io sarò fiduciosa. Ogni inverno viene seguito da nuove primavere...
E l'abbandono pesa di meno. Il dolore si fa meno acuto, non si è mai soli nel leccarsi le ferite. I nodi improvvisamente sembrano meno difficili da sciogliere...
Sarà la mia nube rossa a parlare o il cuore insanguinato, non so, ma ci sono ancora semi nascosti sotto la terra. E la neve non inaridirà quel grembo fertile... C'è ancora posto per quel dolce cancro che riempie le mie albe...
Speranze passate e future portano luce in notti solitarie, la voglia di quell'abbraccio non si è ancora assopita ma porta disincanto e paura. La solitudine mi è ostile. Il sonno greve porterà in grembo nuove aurore. E un nuovo inverno ci sorprenderà dopo la calda estate. E resterò così, fredda e immobile sotto la neve, in attesa di nuovi boccioli e nuovi inizi. Speranzosa e impaurita come una fanciulla alla sua prima notte di nozze. Calda e pura tornerò alla luce, quando giorno si farà. Di ogni carezza farò tesoro, di ogni mano tesa per rialzarmi, di ogni parola nè farò sostegno; e altro dolore al dolore porterò sui miei palmi ma tutto ciò non inaridirà i campi... E ti ricorderò come una dolce estate, come una dolce coperta sul cuore, tu che sei venuto a riscaldare le mie notti buie e tristi, tu che sei venuto a dare gioia dove sembrava non potessero fiorire neanche le ginestre. Un cuore batte e ora lo so, sento la terra ed è solo questo che conta... Non c'è aridità, non c'è sterilità e solo questo conta...


E' stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati...
 


 





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