Le favole sono rassicuranti. Quando ti affezioni al protagonista, sai  per certo, che nonostante tutte le difficoltà, alla fine vivrà per  sempre felice e contento insieme alla sua amata. Non può che essere  così. Nella realtà i protagonisti fanno sempre delle brutte fini, o al  massino finiscono per vivere patetiche vite precarie e squallide! Io non  ho mai creduto nelle favole, ma mi emoziona sempre la capacità  dell'essere umano di sognare i lieti fini. Così come mi deprime. 
Forse, per una volta, dovremmo smettere di sognare e cominciare a  costrure i nostri "e vissero felici e contenti", forse nonostante le  difficoltà potremmo farcela. 
Ma mi sono sempre chiesta: e dopo? Dopo i "e vissero felici e contenti"  cosa c'è? L'unica risposta che mi viene in mente è: la noia.
Forse  non sono così ansiosa di raggiungere la mia fine. Forse voglio  continuare a destreggiarmi con il cattivo della mia favola. Sono belli i  cattivi delle favole, ti danno uno scopo, un motivo. Per vivere, per  sognare, per amare. E' solo grazie a loro. Senza i cattivi, le favole  non esisterebbero. E ci sarebbe la noia di una vita piatta senza  emozioni. Non ci sarebbe la lotta nel raggiungere il proprio obiettivo. 
Sono i cattivi che ci fanno crescere. Trovo tutto ciò bellissimo e inquietante. 
Ed è per questo che amo le favole che non finiscono. Quelle dove il cattivo non muore mai e può sempre tornare a crear scompiglio. Quelle dove non esiste nessun "e vissero felici e contenti" e dove il "C'era una volta..." è "C'era una volta e c'è ancora". Dove le principesse vengono salvate milioni di volte, e il bacio del vero amore diventa il preliminare di una lotta a due.
No, niente favole classiche per me, grazie! Lasciate un finale aperto, i cattivi sono proprio così simpatici...
 
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